Mercoledì 23 luglio 2025

La composizione negoziata della crisi

a cura di: Studio Meli S.t.p. S.r.l.
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La composizione negoziata della crisi

La Composizione Negoziata della Crisi (CNC) è un istituto giuridico introdotto in Italia per aiutare le imprese in difficoltà finanziaria a superare la crisi senza ricorrere a procedure più invasive come il fallimento (ora liquidazione giudiziale). 

Si tratta di un percorso volontario, riservato e stragiudiziale, disciplinato dagli articoli da 12 a 25-quinquies del Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza (CCII). È pensato per le aziende che si trovano in una condizione di squilibrio economico o finanziario, ma che hanno ancora le potenzialità per riprendersi.

L'obiettivo principale è duplice:

  • Prevenire l'insolvenza definitiva, favorendo il risanamento dell'impresa attraverso un dialogo costruttivo con i creditori.
  • Mantenere la continuità aziendale, salvaguardando il patrimonio, il know-how e, ove possibile, i posti di lavoro.

La procedura è stata inizialmente introdotta dal D.L. 118/2021 (convertito con Legge n. 147/2021) e successivamente integrata e armonizzata all'interno del Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza (D.lgs. n. 14/2019).

Come funziona la procedura: le fasi e i tempi

Il percorso della composizione negoziata si articola in passaggi ben definiti e si svolge interamente su una piattaforma telematica nazionale, come previsto dall'art. 13 del CCII.

  1. Fase iniziale: L'imprenditore presenta l'istanza di accesso e la Camera di Commercio nomina un esperto indipendente (disciplinato dall'art. 16 del CCII). Questa è una figura centrale e imparziale, con il compito di valutare la situazione dell'impresa, assistere nelle trattative e proporre soluzioni di risanamento. Deve essere un professionista qualificato e imparziale.  Una volta accettato l'incarico, l'esperto convoca subito l'imprenditore per una prima valutazione sulla reale possibilità di risanamento.
  2. Fase delle trattative: L'esperto facilita il dialogo tra l'imprenditore e i creditori, i quali sono tenuti a collaborare secondo i doveri di buona fede e correttezza (art. 16, commi 5 e 6, del CCII). Questa fase ha una durata massima di 180 giorni, prorogabili di altri 180 in casi complessi (art. 17 del CCII). Durante questo periodo, l'imprenditore conserva la gestione dell'azienda, ma ha specifici obblighi informativi verso l'esperto prima di compiere atti di straordinaria amministrazione (art. 21 del CCII).

    Durante le trattative, l'imprenditore può richiedere misure protettive per salvaguardare la continuità aziendale.
    In caso di atti di straordinaria amministrazione o pagamenti non coerenti, l'imprenditore è tenuto a comunicarlo all'esperto. Quest'ultimo, ha 10 giorni di tempo dalla ricezione della comunicazione per esprimere il proprio dissenso.
  1. Fase finale: Al termine dell'incarico, l'esperto redige una relazione finale che viene inserita nella piattaforma telematica (art. 17, comma 8, del CCII).
    Se le trattative hanno avuto successo, si può arrivare a uno degli esiti negoziali previsti dall'art. 23 del CCII (contratto, convenzione di moratoria, piano attestato, ecc.).

    In caso di esito negativo, l'imprenditore può optare per altre procedure concorsuali.
    È importante sottolineare che i tempi possono variare a seconda della complessità della situazione aziendale e della collaborazione delle parti coinvolte.

 

L'importanza della trasparenza e della verifica del passivo

A differenza delle procedure concorsuali formali, nella CNC non c'è una verifica giudiziale dei debiti. Tuttavia, la corretta determinazione del passivo è fondamentale. L'imprenditore ha il dovere di fornire all'esperto e ai creditori informazioni complete e veritiere sulla propria situazione debitoria. Questa trasparenza è un presupposto essenziale per il corretto svolgimento delle trattative, come richiesto dai generali obblighi di correttezza.

L'esperto indipendente ha il compito di analizzare la situazione economico-finanziaria dell'impresa, il che implica anche la verifica dell'entità e della natura dei debiti.
L'esperto deve assicurarsi che le informazioni fornite dall'imprenditore siano complete e accurate.
La corretta determinazione del passivo è fondamentale per valutare la sostenibilità del piano di risanamento.

L'imprenditore è tenuto a fornire informazioni trasparenti e complete sull'entità dei propri debiti.
La trasparenza è essenziale per instaurare un clima di fiducia tra l'imprenditore e i creditori.
La mancanza di trasparenza può compromettere l'esito della procedura.

L'obbiettivo principale è quello di arrivare a un piano di risanamento sostenibile per cui è di fondamentale importanza, che i dati riportati dall'imprenditore siano veritieri e dimostrabili.

 

Le misure protettive a tutela dell'azienda

Per consentire all'imprenditore di negoziare con serenità, l'art. 18 del CCII prevede la possibilità di richiedere misure protettive del patrimonio. Una volta confermate dal tribunale, queste misure impediscono ai creditori di avviare o proseguire azioni esecutive individuali (come pignoramenti o sequestri). Con le misure, scattano anche specifici obblighi di autorizzazione del tribunale per gli atti di straordinaria amministrazione, come disciplinato dall'art. 20 del CCII.

Nella Composizione Negoziata della Crisi (CNC), le misure protettive sono strumenti fondamentali per salvaguardare l'impresa durante le trattative con i creditori.

  • Obiettivo principale: 
    • le misure protettive mirano a preservare la continuità aziendale, impedendo che azioni individuali dei creditori (come pignoramenti o sequestri) possano compromettere il processo di risanamento.
    • permettono all'imprenditore di concentrarsi sulle trattative, creando un ambiente negoziale più sereno.
  • Tipologie di misure: 
    • sospensione delle azioni esecutive e cautelari individuali: ciò significa che i creditori non possono intraprendere nuove azioni legali per recuperare i loro crediti.
    • limitazione degli atti di straordinaria amministrazione: per evitare che l'imprenditore compia azioni che possano danneggiare il patrimonio aziendale, alcune operazioni richiedono l'autorizzazione del tribunale.
    • congelamento dei debiti preesistenti: i debiti accumulati prima dell'avvio della CNC vengono "cristallizzati", fornendo una base stabile per le trattative.
  • Ruolo del tribunale: 
    • il Tribunale ha un ruolo centrale nella concessione e nel controllo delle misure protettive.
    • valuta la sussistenza dei requisiti per la concessione delle misure richieste dall'imprenditore.
    • può modificare o revocare le misure, se necessario.

 

Gli incentivi al risanamento

Uno degli aspetti più qualificanti della composizione negoziata è il pacchetto di benefici fiscali, dettagliato nell'art. 25-bis del CCII. Le principali "misure premiali" includono:

  • riduzione di sanzioni e interessi: le sanzioni tributarie e i relativi interessi sono ridotti alla misura minima di legge in caso di esito positivo delle trattative.
  • rateizzazione agevolata: viene facilitata la concessione di piani di rateizzazione dei debiti fiscali.
  • nessuna segnalazione: durante la procedura e fino alla sua conclusione, non vengono applicate le segnalazioni alla centrale rischi per i debiti bancari.


La transazione fiscale 

Una novità cruciale è la possibilità di raggiungere un accordo che includa una transazione fiscale sui debiti tributari e contributivi. Tale possibilità è prevista dall'art. 23, comma 2, lettera a), del CCII, che richiama l'applicabilità dell'art. 63 del CCII (relativo alla transazione su crediti tributari e contributivi) anche agli accordi conclusi nell'ambito della composizione negoziata. Questo strumento, prima previsto solo in altre procedure, consente all'impresa di proporre al Fisco un piano per pagare i propri debiti tributari in misura ridotta (saldo e stralcio) o in tempi più lunghi (dilazione).

Perché la proposta venga accettata, è necessario presentare una relazione di un professionista che dimostri come tale accordo sia più conveniente per lo Stato rispetto all'alternativa della liquidazione giudiziale (fallimento). A differenza di altre procedure, però, nella composizione negoziata l'accordo con il Fisco deve essere effettivamente accettato dall'Agenzia delle Entrate e non può essere imposto dal tribunale (manca il cosiddetto "cram down").

La cessione dell'azienda e le tutele per chi compra

Spesso, un piano di risanamento prevede la vendita dell'intera azienda o di un suo ramo a un altro imprenditore. In questi casi, un ostacolo poteva essere la regola generale per cui chi compra un'azienda è responsabile anche dei debiti lasciati da chi vende.

Per superare questo problema e facilitare i salvataggi aziendali, la legge ora prevede che, se la cessione avviene all'interno di una composizione negoziata e nel rispetto di certe procedure, l'acquirente può essere liberato da questa responsabilità. Questa tutela è fondamentale per rendere più appetibili e sicure le operazioni di trasferimento, garantendo che le parti sane dell'economia possano continuare a operare senza essere gravate da problemi passati.

Infine, per agevolare le operazioni di vendita dell'azienda (o di un suo ramo), la legge prevede una deroga alla responsabilità fiscale solidale dell'acquirente. In particolare, l'art. 25-quater del CCII stabilisce che, in caso di cessione avvenuta in esito alla composizione, il cessionario è liberato dai debiti fiscali del cedente, superando la regola generale dell'art. 14 del D.Lgs. 472/1997.

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