Venerdì 13 dicembre 2024

Approfondimento e analisi di un rapporto di lavoro 'speciale': il rapporto di lavoro domestico. Analogie e differenze rispetto al rapporto di lavoro subordinato art. 2094 c.c.

a cura di: Studio Dott.ssa Cristina Orlando
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Approfondimento e analisi di un rapporto di lavoro 'speciale': il rapporto di lavoro domestico. Analogie e differenze rispetto al rapporto di lavoro subordinato art. 2094 c.c.

Il rapporto di lavoro domestico, disciplinato dalla Legge n. 339/1958 e dal CCNL sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico, rappresenta un rapporto di lavoro definito come “speciale” poiché presenta delle differenze rispetto al rapporto di lavoro a tempo indeterminato e pieno. 

E’ necessario pertanto effettuare un’analisi accurata di tale tipologia di rapporto di lavoro, poiché esso non riguarda solamente coloro che svolgono lavori domestici e di assistenza di anziani ma anche altre categorie di lavoratori che si ritiene utile conoscere.

Inoltre, il trattamento normativo, retributivo e previdenziale dei lavoratori domestici presenta delle caratteristiche che si distinguono in diversi aspetti da quelle del rapporto di lavoro subordinato come definito dall’ 2094 del codice civile che saranno poste in evidenza in questo approfondimento.

QUALI MANSIONI SVOLGONO I LAVORATORI DOMESTICI? 

Definizione e caratteristiche dei lavoratori domestici

Per lavoratori domestici si intendono le seguenti categorie di lavoratori che svolgono la propria attività per le necessità della vita familiare del datore di lavoro:

  • Addetti alle mansioni familiari quotidiane: collaboratori domestici, assistenti familiari, badanti, camerieri, cuochi, governanti, baby sitter.
  • Addetti ai servizi complementari: giardinieri, autisti, segretari privati.

SI PUO’ INSTAURARE UN RAPPORTO DI LAVORO DOMESTICO IN PRESENZA DI VINCOLI DI PARENTELA CON IL DATORE DI LAVORO?

In presenza di legami familiari tra datore di lavoro e lavoratore, si presume che le prestazioni siano motivate da ragioni affettive. A supporto di questo aspetto è intervenuto il  DPR n. 1403/1971, secondo il quale, l'obbligo assicurativo può sussistere se viene dimostrata l'esistenza di un effettivo rapporto di lavoro.

COME SI POSSONO INQUADRARE LE VARIE CATEGORIE DI LAVORATORI DOMESTICI? 

Il CCNL sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico 8 settembre 2020 prevede i seguenti livelli:

  • Livello A: assistenti familiari, non addetti all’assistenza di persone, che svolgono mansioni esecutive e sotto il controllo del datore di lavoro.
  • Livello A super: addetti alla compagnia di persone autosufficienti.
  • Livello B: assistenti familiari con competenze di tipo esecutivo di pulizia, custodi di abitazioni provate, camerieri, autisti.
  • Livello B super: assistenti familiari con maggiore responsabilità ed autonomia, come assistenti alla cura di persone autosufficienti.
  • Livello C, assistenti familiari con specifiche conoscenze di base.
  • Livello C super: assistenti a persone non autosufficienti.
  • Livello D: assistenti che posseggono requisiti professionali 
  • Livello D super: assistenti che posseggono requisiti formativi come educatore professionale.
  • Il CCNL prevede l'assunzione di personale per: assistenza notturna a soggetti autosufficienti, assistenza notturna a soggetti non autosufficienti.

QUALI SONO LE MODALITA’ DI ASSUNZIONE DEI LAVORATORI DOMESTICI E GLI ADEMPIMENTI DEL DATORE DI LAVORO?

  • Il contratto deve essere redatto in forma scritta con firma di entrambe le parti, specificando gli orari di servizio e la natura discontinua della prestazione. Per il personale che risiede presso il datore di lavoro è obbligatorio garantire 11 ore consecutive di riposo nell'arco delle 24 ore.
  • Servizio Notturno Secondo l'art. 11 del CCNL Lavoro Domestico, è possibile assumere personale dedicato esclusivamente al servizio notturno (dalle 21:00 alle 8:00). Tale assunzione richiede necessariamente la forma scritta.
  • Sostituzione nei Giorni di Riposo per i datori che impiegano assistenti a tempo pieno di livello C super o D super, è consentita l'assunzione di personale sostitutivo per coprire i periodi di riposo dei lavoratori principali che assistono persone non autosufficienti. 
  • Periodo di Prova: 30 giorni effettivi per personale convivente e livelli D super/D, 8 giorni effettivi per altre categorie È richiesta forma scritta.
  • Non va effettuato il modello Unilav come per i rapporti di lavoro subordinato, ma va effettuata una denuncia di inizio attività che vale sia ai fini Inps dia ai fini Inail.

COME SONO TUTELATI PER LA MALATTIA I LAVORATORI DOMESTICI?

Il lavoratore deve:

  • Comunicare tempestivamente l'assenza
  • Fornire certificato medico entro 2 giorni
  • La conservazione del posto varia in base all'anzianità:
  • 10 giorni: fino a 6 mesi
  • 45 giorni: 6 mesi-2 anni
  • 180 giorni: oltre 2 anni
  • Trattamento Economico in Malattia Retribuzione garantita:
  • 8 giorni/anno: anzianità fino a 6 mesi
  • 10 giorni/anno: 6 mesi-2 anni
  • 15 giorni/anno: oltre 2 anni

QUALI TUTELE HANNO I LAVORTORI DOMESTICI IN CASO DI INFORTUNIO E QUALI SONO GLI ADEMPIMENTI DA SVOLGERE IN TALE CASO? 

Spetta l’indennità INAIL dal 4° giorno nelle seguenti misure: 

  • 60% fino al 90° giorno

In caso di infortunio durante l'attività lavorativa domestica, il datore di lavoro è tenuto a:

  • in casi di Infortunio Lieve (fino a 3 giorni): non è richiesta alcuna denuncia formale, non c’è nessuna indennità INAIL prevista.
  • in casi di Infortunio Medio (4 giorni o più): sussiste l’obbligo di comunicazione all'INAIL entro 48 ore, è necessaria presentazione del certificato medico, per prognosi superiori a 30 giorni va effettuata la denuncia anche alle Forze dell'Ordine.
  • in casi di Infortunio Grave: è necessario effettuare la denuncia immediata (entro 24 ore) in caso di morte o pericolo di vita.

QUALI TUTELE HANNO LE LAVORATRICI DOMESTICHE IN CASO DI MATERNITA’ E QUALI ADEMPIMENTI SONO NECESSARI? 

Alle lavoratrici domestiche in maternità spetta il periodo di Congedo Obbligatorio nelle seguenti misure:

  • 2 mesi pre-parto
  • 3 mesi post-parto
  • Estensione in caso di parto anticipato/posticipato

Documentazione Necessaria

  • Certificato medico di gravidanza
  • Trasmissione telematica all'INPS
  • Dati identificativi completi

Opzioni Alternative:

  • possibilità di congedo post-parto di 5 mesi,
  • flessibilità nell'astensione (1 mese pre-parto e 4 post-parto)

Aspetti Economici

L’indennità di Maternità spettante è data dall’ 80% del salario convenzionale.

QUALI TIPI DI PERMESSI RETRIBUITI SONO CONSENTITI PER I LAVORATORI DOMESTICI?

  1. Permessi per Visite mediche e rinnovi di permesso di soggiorno

i collaboratori domestici hanno diritto a permessi retribuiti per: visite mediche con documentazione, procedure per il permesso di soggiorno, pratiche di ricongiungimento familiare nelle seguenti misure:

  • Lavoratori conviventi: 16 ore annuali
  • Lavoratori conviventi fino a 30 ore settimanali: 12 ore annuali
  • Lavoratori non conviventi con almeno 30 ore: 12 ore annuali
  • Lavoratori non conviventi sotto 30 ore: proporzionale all'orario effettivo.
  1. Matrimonio

i collaboratori domestici hanno diritto in caso di matrimonio a:

  • 15 giorni di calendario retribuiti
  • fruibile entro un anno dalla celebrazione
  • necessaria documentazione comprovante
  • non convertibile in indennità in caso di dimissioni
  1. Nascita Figlio per i lavoratori padri

ai collaboratori domestici  spettano permessi retribuiti per il padre secondo la normativa vigente

  1. Formazione e Studio

ai lavoratori domestici spettano in caso di frequenza di corsi formativi o di studio:

  • 40 ore annue retribuite (contratto tempo pieno e indeterminato)
  • 64 ore per corsi Ebincolf
  • Utilizzabile per formazione rinnovo permesso soggiorno.

I LAVORATORI DOMESTICI QUALO REGOLE DEVONO RIPETTARE IN TEMA DI ORARIO DI LAVORO E QUAL E’ L’ ORARIO MASSIMO CONSENTITO.

I lavoratori domestici conviventi possono lavorare fini a 10 ore non consecutive al giorno, per un totale di 54 ore settimanali mentre i lavoratori non conviventi possono lavorare fino a 8 ore non consecutive al giorno, per un totale di 40 ore settimanali distribuite su 5 o 6 giorni

Il personale convivente ha diritto a: 11 ore consecutive di riposo giornaliero, 2 ore di pausa pomeridiana non retribuita (se l'orario di lavoro è compreso tra 6:00-14:00 o le 14:00-22:00).

I CONTRIBUTI VERSATI PER LAVORO DOMESTICO COSA GARANTISCONO AL LAVORATORE ?

I contributi per lavoro domestico vengono versati trimestralmente dal datore di lavoro al fine di garantire le prestazioni pensionistiche, tale importo varia in base all’orario di lavoro settimanale svolto:

  • in caso di rapporti di lavoro con orario settimanale pari o minore alle 24 ore, le aliquote contributive per lavoro domestico sono tre e variano in base all’importo della retribuzione oraria, comprensiva della quota di tredicesima mensilità e, per i rapporti di lavoro conviventi, le quota del vitto e dell’alloggio.
  • in caso di rapporti di lavoro con orario settimanale pari o di oltre 25 ore, l’aliquota contributiva per lavoro domestico è in misura fissa e deve essere pagata per ogni ora retribuita nel trimestre di riferimento.

 

Fonti normative: Legge n. 339/1958, CCNL sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico 8 Settembre 2020, DPR n. 1403/1971.

AUTORE:

Dott.ssa Cristina Orlando

Consulente del Lavoro
Studio Dott.ssa Cristina Orlando
Dopo aver conseguito laurea in Economia Aziendale, ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione di Consulente del Lavoro. Titolare di un proprio studio professionale, specializzato...
in amministrazione e gestione del personale delle piccole e medie imprese, ha maturato esperienze in aziende nell’ambito del controllo di gestione e dell’amministrazione del personale. Ha svolto docenze presso la scuola di alta formazione per gli operatori delle politiche del lavoro nelle materie di Diritto del Lavoro e Legislazione Sociale, ha svolto docenze nell’ambito di master Universitari di 1° livello in Direzione del Personale.
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    L’attribuzione del Trattamento di Fine Mandato (T.F.M.) quale compenso aggiuntivo da riconoscere agli amministratori di una società, presenta vantaggi importanti che si manifestano su due piani:

    - fiscale
    - gestionale/strategico.

    1. Vantaggi fiscali
    Il T.F.M. rappresenta un'importante leva di pianificazione fiscale per le società e un significativo beneficio per i suoi amministratori.
    Questo compenso, erogato al termine del rapporto di amministrazione, se correttamente strutturato, offre un duplice vantaggio fiscale: per l'azienda che lo accantona e per l'amministratore che lo percepisce.
    I benefici fiscali del T.F.M. si articolano principalmente in due ambiti:

    - la deducibilità del costo per competenza per la società, con conseguente riduzione dell'imponibile IRES ogni anno e
    - la tassazione separata per il percipiente.


    2. Vantaggi gestionali e strategici
    Tralasciando il caso – peraltro molto frequente nelle società di piccole dimensioni (cosiddette “familiari”) di attribuzione del TFM per aspetti principalmente fiscali, è utile considerare il TFM un potente strumento di gestione aziendale perché favorisce questi importanti fattori:

      • fidelizzazione e incentivazione: il TFM agisce come un incentivo a lungo termine. Sapendo di avere una somma importante che matura nel tempo, l'amministratore è più propenso a rimanere legato alla società e a lavorare per il suo successo duraturo. È un modo per premiare la lealtà e la permanenza.
      • attrazione di talenti: in fase di assunzione di un manager di alto profilo, offrire un pacchetto retributivo che include anche il TFM rende la posizione più attraente e competitiva rispetto a società che offrono solo un compenso fisso.
      • pianificazione finanziaria: accantonare il costo anno per anno permette una gestione finanziaria più ordinata e prudente. La società non si troverà a dover affrontare un esborso improvviso e imprevisto alla fine del mandato, poiché il costo è stato spalmato contabilmente su più esercizi, dando una rappresentazione più fedele della situazione patrimoniale.

    In conclusione, per la società il TFM non è semplicemente un costo aggiuntivo, ma un investimento strategico che, se correttamente pianificato, genera un importante risparmio fiscale immediato e contribuisce a creare un rapporto più solido e duraturo con il proprio management.

    Questo lavoro affronta i principali aspetti civilistici e fiscali e indica il modo corretto di operare, per permettere l’imputazione della quota annua di costo societario per competenza ed evitare che lo strumento utilizzato porti a contestazioni o riprese fiscali da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

    Fa parte di questo strumento pratico operativo (tool) il verbale di assemblea dei soci.

    a cura di: Studio Meli S.t.p. S.r.l.
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