TEST COMMERCIALITÀ ETS: versione Cloud

a cura di: AteneoWeb Cloud 3

| ID 249515 | pub. 20/10/2025
TEST COMMERCIALITÀ ETS: versione Cloud

Il nuovo regime fiscale per gli ETS: come prepararsi al test di commercialità
A partire dal 1° gennaio 2026, per la maggior parte degli Enti del Terzo Settore (ETS), diventerà obbligatorio il nuovo regime fiscale introdotto dalla riforma. È quindi opportuno che ogni ente inizi a prepararsi in anticipo per questa importante novità.
Il cambiamento principale consiste nell'introduzione del "Test di Commercialità", un'analisi fondamentale per determinare se un ETS sia da considerarsi "commerciale" o "non commerciale" ai fini delle imposte.


La data di decorrenza è stata fissata dal Decreto-Legge 17 giugno 2025, n. 84. Fino a quel momento, continuano ad applicarsi le normative fiscali precedenti (es. per ONLUS, APS, ODV).
Comprendere fin da ora le regole del test è il primo passo per arrivare preparati.


In cosa consiste il test di commercialità?
L'analisi si svolge in due fasi consecutive per valutare la natura dell'ente.

Fase 1: analisi delle singole attività
Ogni "attività di interesse generale" va classificata.
Un'attività è considerata non commerciale se:



  • è svolta gratuitamente.

  • i corrispettivi ricevuti non superano i costi effettivi di oltre il 6% (per un massimo di tre anni consecutivi). Nel calcolo dei costi è essenziale includere anche il valore del lavoro dei volontari, un elemento che aiuta a rispettare i parametri di non commercialità.


Tutte le altre attività sono, ai fini fiscali, considerate "commerciali".


Fase 2: valutazione complessiva dell'ente
Una volta classificate le singole attività, si verifica se l'ente, nel suo complesso, è non commerciale. Ciò avviene se le entrate non commerciali sono prevalenti su quelle commerciali.


ENTRATE COMMERCIALI
- ricavi da attività di interesse generale "commerciali"
- ricavi da attività secondarie e strumentali.

ENTRATE NON COMMERCIALI E ISTITUZIONALI
- ricavi da attività di interesse generale "non commerciali"
- contributi pubblici
- donazioni, 5 per mille e liberalità
- quote associative
- proventi da raccolte fondi occasionali.


Se il totale della voce "ENTRATE NON COMMERCIALI E ISTITUZIONALI" supera quello della voce "ENTRATE COMMERCIALI", l'ente si qualifica come ETS non commerciale.


Le Raccolte Fondi Occasionali
Le tipiche attività di autofinanziamento, come la vendita di prodotti durante feste o eventi, non sono considerate commerciali se sono "occasionali" e finalizzate a sostenere le attività istituzionali. I loro proventi rientrano tra le entrate non commerciali. Per ciascuna raccolta fondi è però obbligatorio redigere un apposito rendiconto.


Quali saranno le conseguenze?



  • ETS non commerciale: beneficerà di un regime fiscale di grande favore, con l'esenzione dall'IRES per le entrate istituzionali e non commerciali.

  • ETS commerciale: sarà equiparato a un'impresa, con tutti i redditi soggetti a tassazione ordinaria.


Uno strumento pratico per la valutazione
Per aiutare gli enti in questa analisi preliminare, abbiamo predisposto un'applicazione cloud che permette di valutare se la propria attività si debba qualificare come commerciale o non commerciale, applicando i criteri sopra descritti.
Si consiglia di compilare e stampare il prospetto, per poi discuterlo e approvarlo in sede di consiglio direttivo o di assemblea.
Archiviare questo documento allegandolo al verbale della riunione può essere molto utile: non solo dimostra la partecipazione attiva degli associati alla vita dell'ente, ma costituisce una prova documentale in caso di eventuali futuri accertamenti da parte delle autorità competenti.


Prova la DEMO!



Note tecniche:
E' disponibile anche una versione Excel dell'applicazione.


Applicazione Cloud L'utilizzo del programma è in modalità cloud: online con un qualsiasi browser, senza necessità di installazione, software di terze parti, ecc.
La licenza d'uso consente l'utilizzo del programma per un anno dalla data di acquisto.

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