La rete di imprese; come risposta alla crisi economica e strumento per la internazionalizzazione delle PMI
la crisi economica che stiamo vivendo in Italia, causata dalla pandemia da Virus Covid 19 e dalla successiva invasione da parte della Russia dell’Ucraina, ha creato limiti alle imprese nelle loro possibilità di crescita e di mantenimento delle quote di mercato già acquisite.
In Italia questa crisi economica, ha negli ultimi tre anni, accentuato una situazione di difficoltà delle imprese, che era già presente a seguito della globalizzazione, e che aveva portato ad una riduzione del mercato potenziale nazionale a seguito dell’arrivo di competitors stranieri, Innovazioni tecnologiche e di nuovi business model.
in Italia le aziende hanno un limite dimensionale in quanto sono soprattutto micro, piccole e medio imprese, a gestione familiare, poco strutturate e sottocapitalizzate, con poca propensione agli investimenti in innovazione, e una struttura patrimoniale piccola che non può supportare la crescita nel mercato interno ma ancor meno in quello internazionale.
Per le imprese italiane infatti, il mercato nazionale è diventato sempre più piccolo e sempre più affollato, quindi per alimentare la domanda dei loro prodotti esse devono guardare anche ad altri mercati.
La PMI spesso si approccia alla internazionalizzazione con gli strumenti in disponibilità alla sua impresa, e sempre con una visione solo sul commerciale, come semplice ricerca di clienti esteri.
Per internazionalizzazione di una impresa, non si intende il solo raggiungimento dell’obiettivo di vendere i propri prodotti all’estero e quindi trovare acquirenti esteri, bisogna avere come obiettivo quello di acquisire in modo stabile e sostenibile, quote di mercato in un paese straniero per un lungo periodo di tempo.
Non è possibile quindi, ridurre il processo di cui sopra alla partecipazione a fiere di settore e al lavoro di agenti di vendita, focalizzati sull’estero o ad accordi con distributori locali.
E’ necessario attivare un processo di riorganizzazione aziendale, che permetta all’impresa di raggiungere l’obiettivo di un posizionamento sul mercato che deve avere almeno due caratteristiche, essere nel lungo periodo stabile e redditizio.
Un giusto approccio al processo di internazionalizzazione è quello di consideralo come una scelta strategica, che ha un forte impatto sui processi interni, sulla struttura organizzativa e sulla strategia complessiva dell’impresa.
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la internazionalizzazione come semplice vendita di prodotti su un mercato estero, se non pianificato con la rilevazione di tutte le conseguenze e gli impatti che avrà sulla nostra azienda potrebbe mettere a rischio anche la capacità produttiva e sostenibilità aziendale sul mercato interno, creando scompensi e inefficienze non sanabili nel breve periodo.
E quindi necessario rivedere la struttura aziendale della impresa, che vuole aprirsi a nuovi mercati, con una ricognizione delle risorse aziendali di cui si dispone e una organizzazione delle stesse; con il fine di ottenere una macchina produttiva efficiente, altamente performante, e in grado di raggiungere gli i nuovi obiettivi che la azienda, nella fase di pianificazione, crescita e internazionalizzazione si è posta.
L’imprenditore, infatti pianifica gli obiettivi e i tempi di raggiungimento degli stessi, anche tenendo conto delle capacità della struttura aziendale che ha a disposizione.
Quando una impresa ha bisogno di crescere velocemente sia sotto l’aspetto dimensionale sia nel posizionamento sul mercato, deve saper scegliere ed applicare il modello organizzativo più adatto.
Il modello organizzativo che meglio risponde ad una necessità di rapida crescita aziendale per un obiettivo di internazionalizzazione è la rete di imprese che si crea a seguito di un accordo di collaborazione tra imprese con obiettivi comuni.
La costituzione di una rete di impresa è regolata dall’art. 3, co. 4-ter, del D.L. n. 5/2009 e successive modifiche dei D.L. 83/2012 e 179/2012
E’ un modello di organizzazione, che risponde molto bene alla mentalità e alla cultura degli imprenditori italiani in quanto ciascuna impresa della rete, mantiene una sua autonomia.
E vero infatti che se da una parte, le imprese italiane cercano di raggiungere una dimensione necessaria per competere a livello globale, dall’altra tendono sempre a salvaguardare la propria individualità, proprio per quella origine familiare e artigiana a cui accennavamo precedentemente.
La rete, come abbiamo già anticipato, è un contratto tra le imprese che superando un limite dimensionale, permette di incrementare produttività e competitività; condividere conoscenze e competenze; sviluppare maggiore potenzialità innovativa, creatività e dinamicità, facilitare l'internazionalizzazione per inserirsi in nuovi mercati; certificare la qualità del proprio processo produttivo; razionalizzare i costi di gestione.
La rete di impresa, come unione di aziende che condividono degli obiettivi comuni, necessita della formulazione di un programma, in cui di definisca i risultati che si pensa di riuscire ad ottenere con tale organizzazione, anche in termini di ritorno economico e come tali risultati andranno poi ripartiti tra le imprese partecipanti.
Le forme giuridiche da adottare, possono essere la rete-contratto o la rete soggetto, la rete contratto a differenza della rete soggetto non ha personalità giuridica.
La Rete soggetto ha un fondo comune istituito dalle aziende partecipanti e il contratto della rete deve essere iscritto al Registro delle Imprese dove ha sede la rete, ha una sua forma giuridica, differente dalle imprese che la costituiscono e proprio per questo motivo la rete Soggetto dovrà essere trattata come una azienda a sè stante, per esempio dovrà avere una sua Partita Iva e altri obblighi fiscali propri delle imprese.
la stipula del contratto può essere formalizzata con una scrittura privata autenticata o con un atto pubblico, che verranno depositate presso la CCIAA di riferimento.
Possono entrare a far parte di un contratto di rete, imprese di qualsiasi dimensione, individuali o collettive, agricole o artigiane anche se distanti geograficamente;
Principale distinzione tra le reti è tra quella tra Reti Informali e Reti Formali, riferibile alla presenza o meno di accordi tra le imprese formalizzati con un contratto.
Un’altra distinzione è data dalla presenza di una o più imprese di maggior riferimento per la rete, potrebbe esserci una sola azienda leader o più aziende di riferimento, è possibile anche che si creino reti senza alcuna forma di governo che collaborano per il raggiungimento di obiettivi o progetti comuni.
Un’altra diversificazione delle reti è quella relativa agli obiettivi principali della rete stessa, in questo senso ci possono essere:
• Reti di filiera anche dette verticali, dove l’insieme dei partecipanti e delle attività svolte concorrono in modo completo a tutte le fasi di lavorazione fino all’ottenimento del prodotto finito alla sua commercializzazione, al post vendita etc.
• Reti orizzontali anche dette di condivisione, basate appunto sulla condivisione di un obiettivo comune con ruoli e apporti diversi per esempio reti di produzione, reti di ricerca e innovazione, reti di commercializzazione e marketing etc.
La rete di impresa è una forma di aggregazione più leggera rispetto alla costituzione di una società e più organica e flessibile rispetto alle associazioni temporanee di imprese e ai consorzi.
La rete di impresa inoltre consente di ridurre i costi del progetto, che può prevedere la creazione di un’immagine coordinata e di un marchio comune, e di sfruttare economie di scala derivanti dalle risorse, materiali ed immateriali, delle singole imprese che ne fanno
parte.
La rete è quindi lo strumento ottimale per fare network, crescere, uscire da confini nazionali e mantenere flessibilità in un mercato instabile come è quello attuale ed atteso negli anni a venire.
Daniela Girotto
Dottore Commercialista
Revisore Contabile
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