Mercoledì 5 marzo 2025

Controllo di Gestione: l'avventura del nostro imprenditore oleario continua...

a cura di: Dott. Pierpaolo D'Angelo
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Controllo di Gestione: l'avventura del nostro imprenditore oleario continua...

In merito all'oleificio che stiamo seguendo, vi porto a conoscenza degli ultimi sviluppi (chi volesse può cercare gli articoli precedenti su questa rubrica). Nulla di trascendentale per carità, ma siccome ho deciso di riportare fedelmente quanto si decide in merito ad obiettivi strategici (spesso semplici ma non per questo meno interessanti) cerco di non tralasciare neanche i minimi aspetti.

L'imprenditore è proprietario di due srl, una pone in essere una semplice distribuzione, l'altra invece trasforma le olive in olio e poi imbottiglia l'olio ottenuto. Abbiamo trattato negli ultimi tempi quasi esclusivamente dell'olearia (distinte base in particolar modo); oggi torno un attimino sulla distribuzione. In merito avevamo calcolato il bep per giro e, come già ampiamente trattato, abbiamo riscontrato margini di contribuzione positivi per tutte le tratte, comprese quella montana sulla quale l'imprenditore nutriva dei dubbi. I costi naturalmente sono di due tipi (tralasciando i semi variabili), quelli variabili e strettamente legati al giro, e quelli fissi (attribuiti in percentuale calcolata sul fatturato) al fine di quantificarne il margine di contribuzione.

L'idea però del titolare rimane ancora piuttosto ancorata alla possibilità di esternalizzare la distribuzione. A tal riguardo abbiamo posto l'attenzione solo ed esclusivamente sui costi variabili, nella fattispecie: costo autisti, nafta, ammortamento mezzi (in quanto ragioniamo a direct costing evoluto), assicurazioni e bolli, manutenzione. Il totale per tutti i giri effettuati è pari a circa 92.000 €. Sono questi gli unici costi che verrebbero a cessare nel momento in cui la distribuzione viene passata all'esterno. Le conclusioni sono le seguenti:

- è da scartare l'idea di uno o più padroncini, in quanto rischierebbero di non starci dentro e nel medio periodo abbandonare il servizio;
- è da scartare l'idea di una distribuzione già organizzata in quanto quasi certamente con 92.000 euro si coprirebbero a malapena 8 mesi di trasporto sull'intero anno.

Prende invece forma l'idea di creare una sorta di piattaforma distributiva, che presterebbe servizio anche ad altre strutture quali caseifici che servono le zone di nostro interesse quotidianamente. In questo caso la nostra semplice analisi di "make or buy" avrebbe ragione di esistere, appunto perchè ci sarebbero mezzi che ogni giorno percorrono determinate tratte, garantendo una macchina che possa viaggiare sempre a pieno carico e soprattutto migliorando il servizio, in quanto ad oggi le tratte vengono servite una massimo due volte a settimana. Con 92.000 € potrebbe essere possibile, in quanto il servizio principale sarebbe portato avanti dai caseifici che necessitano di distribuire quotidianamente, mentre l'attività presa da noi in esempio richiederebbe un servizio " a completamento" del carico principale. In più potrebbe essere possibile rivendere alla piattaforma i mezzi che attualmente sono in carico all'oleificio.

Chiaramente queste sono solo supposizioni e, seppur trattasi di un'analisi davvero molto semplice, rimane una risposta (92.000 € di cessazione costi variabili) che l'imprenditore non avrebbe saputo calcolare o, con ogni probabilità, avrebbe calcolato male. Con questo voglio sottintendere come anche piccoli passaggi matematici possano dare il giusto contributo alle aziende seguite e che non per forza di cose il Controllo di Gestione sia fatto solo di analisi complesse (anzi, il più delle volte la semplicità racchiude il vero senso della disciplina).

AUTORE:
Autore AteneoWeb: Dott. Pierpaolo D'Angelo

Dott. Pierpaolo D'Angelo

Nato nel 1976, ha conseguito la laurea in Economia Aziendale nel 2001 presso l’Università degli studi del Molise. I primi anni dopo la laurea li trascorre in aziende di respiro internazionale...

dapprima come junior controller ed a seguire come senior controller. Successivamente inizia la sua opera di consulente direzionale presso le pmi operanti nei più svariati settori e contestualmente tiene seminari sulla gestione dei costi presso l’Università degli studi del Molise. Detiene i brevetti di due software gestionali oggi commercializzati ed apprezzati in tutta Italia e svolge la sua attività nel campo della consulenza aziendale, in particolar modo nel controllo di gestione, nell’analisi tempi e metodi, nella realizzazione di sistemi anche complessi di contabilità industriale e nell’applicazione di logiche di lean manufactoring ad aziende operanti in qualsivoglia settore.

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    Tuttavia, questo approccio informale, un tempo la norma, oggi espone a rischi fiscali significativi che non possono essere ignorati.

    a cura di: Studio Meli S.t.p. S.r.l.
  • Il Trattamento di Fine Mandato

    Il Trattamento di Fine Mandato

    L’attribuzione del Trattamento di Fine Mandato (T.F.M.) quale compenso aggiuntivo da riconoscere agli amministratori di una società, presenta vantaggi importanti che si manifestano su due piani:

    - fiscale
    - gestionale/strategico.

    1. Vantaggi fiscali
    Il T.F.M. rappresenta un'importante leva di pianificazione fiscale per le società e un significativo beneficio per i suoi amministratori.
    Questo compenso, erogato al termine del rapporto di amministrazione, se correttamente strutturato, offre un duplice vantaggio fiscale: per l'azienda che lo accantona e per l'amministratore che lo percepisce.
    I benefici fiscali del T.F.M. si articolano principalmente in due ambiti:

    - la deducibilità del costo per competenza per la società, con conseguente riduzione dell'imponibile IRES ogni anno e
    - la tassazione separata per il percipiente.


    2. Vantaggi gestionali e strategici
    Tralasciando il caso – peraltro molto frequente nelle società di piccole dimensioni (cosiddette “familiari”) di attribuzione del TFM per aspetti principalmente fiscali, è utile considerare il TFM un potente strumento di gestione aziendale perché favorisce questi importanti fattori:

      • fidelizzazione e incentivazione: il TFM agisce come un incentivo a lungo termine. Sapendo di avere una somma importante che matura nel tempo, l'amministratore è più propenso a rimanere legato alla società e a lavorare per il suo successo duraturo. È un modo per premiare la lealtà e la permanenza.
      • attrazione di talenti: in fase di assunzione di un manager di alto profilo, offrire un pacchetto retributivo che include anche il TFM rende la posizione più attraente e competitiva rispetto a società che offrono solo un compenso fisso.
      • pianificazione finanziaria: accantonare il costo anno per anno permette una gestione finanziaria più ordinata e prudente. La società non si troverà a dover affrontare un esborso improvviso e imprevisto alla fine del mandato, poiché il costo è stato spalmato contabilmente su più esercizi, dando una rappresentazione più fedele della situazione patrimoniale.

    In conclusione, per la società il TFM non è semplicemente un costo aggiuntivo, ma un investimento strategico che, se correttamente pianificato, genera un importante risparmio fiscale immediato e contribuisce a creare un rapporto più solido e duraturo con il proprio management.

    Questo lavoro affronta i principali aspetti civilistici e fiscali e indica il modo corretto di operare, per permettere l’imputazione della quota annua di costo societario per competenza ed evitare che lo strumento utilizzato porti a contestazioni o riprese fiscali da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

    Fa parte di questo strumento pratico operativo (tool) il verbale di assemblea dei soci.

    a cura di: Studio Meli S.t.p. S.r.l.
  • Cessione di credito

    La cessione di credito è un contratto in base al quale un soggetto (cedente) trasferisce ad un altro soggetto (cessionario o factor) tutti o parte dei crediti presenti e/o futuri, derivanti dalla propria attività imprenditoriale e vantati nei confronti di terzi.
    Il contratto richiede la consegna dei documenti da cui risulta il credito stesso, con l’ovvia conseguenza del passaggio al cessionario di tutti i diritti, compresi anche i privilegi, che accedono al credito stesso.
    Affinchè la cessione esplichi la sua efficacia, deve essere notificata al debitore ceduto. In seguito alla notifica i terzi creditori del cedente non avranno più titolo a valersi su un credito non più nella sfera di disponibilità dello stesso cedente, essendone stata trasferita la titolarità in capo al cessionario.

    La cessione di credito è anche conosciuta con il termine di derivazione inglese "Factoring" che non necessariamente che prevede la cessione del credito pura e semplice ma innanzi tutto la fornitura di una serie di servizi di gestione del credito da parte del factor (cessionario) tra cui: contabilizzazione, gestione e riscossione dei crediti. Insieme a questi servizi il contratto di factoring può contenere la garanzia dell'eventuale inadempimento dei debitori e la possibilità di finanziamenti al cedente sia attraverso la concessione di prestiti, sia attraverso il pagamento anticipato dei crediti ceduti. (Full Factoring).

    a cura di: Dott.ssa Cinzia De Stefanis

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