• Circolare Agenzie Entrate 22/E del 19/11/2024

  • Circolare Agenzie Entrate 22/E del 19/11/2024
  • CIRCOLARE N. 22/E





    Direzione Centrale Coordinamento Normativo





    Roma, 19 novembre 2024








    OGGETTO: Articolo 2 del decreto-legge 14 novembre 2024, n. 167 – Modifiche

    all’articolo 2-bis del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, convertito,
    con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2024, n. 143 (c.d. Decreto
    Omnibus), in materia di benefici corrisposti ai lavoratori dipendenti





    2

    INDICE

    PREMESSA .......................................................................................................... 3
    1. Modifiche in materia di benefici corrisposti ai lavoratori dipendenti .. 3

    3

    PREMESSA

    L’articolo 2 del decreto-legge 14 novembre 2024, n. 1671, rubricato

    «Misure urgenti per la riapertura dei termini di adesione al concordato preventivo

    biennale e l’estensione di benefici per i lavoratori dipendenti, nonché disposizioni

    finanziarie urgenti per la gestione delle emergenze», apporta alcune modifiche

    all’articolo 2-bis del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, convertito, con

    modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2024, n. 143 (di seguito Decreto Omnibus),

    che ha introdotto l’erogazione una tantum, per l’anno 2024, di un’indennità di

    importo pari a 100 euro (di seguito anche bonus) a favore di taluni lavoratori

    dipendenti.

    Con la presente circolare si forniscono istruzioni operative agli Uffici, per

    garantirne l’uniformità di azione, in merito alle modifiche intervenute. Restano

    ferme, per quanto compatibili, le indicazioni rese con la circolare 10 ottobre 2024,

    n. 19/E.

    1. Modifiche in materia di benefici corrisposti ai lavoratori dipendenti

    L’articolo 2 del d.l. n. 167 del 20242 modifica l’articolo 2-bis del Decreto


    1 Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 novembre 2024, n. 267.
    2 L’articolo 2 del d.l. n. 167 del 2024, rubricato «Benefici per i lavoratori dipendenti», stabilisce che «1.
    All’articolo 2-bis del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 7
    ottobre 2024, n. 143, sono apportate le seguenti modificazioni:
    a) al comma 1, la lettera b) è sostituita dalla seguente: «b) il lavoratore ha almeno un figlio, anche se nato
    fuori del matrimonio, riconosciuto, adottivo, affiliato o affidato, che si trova nelle condizioni previste
    dall’articolo 12, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della
    Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;»;
    b) dopo il comma 2 è aggiunto il seguente: «2-bis. L’indennità di cui al comma 1 non spetta al lavoratore
    dipendente coniugato o convivente il cui coniuge, non legalmente ed effettivamente separato, o convivente
    sia beneficiario della stessa indennità.»;
    c) al comma 4, primo periodo, le parole: «indicando il codice fiscale del coniuge e dei figli» sono sostituite
    dalle seguenti: «indicando il codice fiscale del coniuge o del convivente e dei figli»;
    d) al comma 5, primo periodo, le parole: «dal contribuente» sono sostituite dalle seguenti: «dal lavoratore
    beneficiario».
    2. Agli oneri derivanti dal presente articolo, valutati in 224,7 milioni di euro per l’anno 2024, si fa fronte,
    nelle more dell’accertamento delle maggiori entrate versate nell’anno 2024 ai sensi dell’articolo 40, del
    decreto legislativo 12 febbraio 2024, n. 13, accertate con le modalità di cui al comma 3, del suddetto
    articolo, mediante corrispondente utilizzo delle somme iscritte, per il medesimo anno, nello stato di
    previsione della spesa del Ministero dell’economia e delle finanze ai sensi dell’articolo 21, comma 1, del
    decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2021, n.
    21
    ».

    4

    Omnibus3 con riguardo, in particolare, all’ambito soggettivo di applicazione della

    norma, ampliandone la platea dei beneficiari. Si prevede, infatti, che il bonus

    spetta, fermi restando gli altri requisiti4, al lavoratore dipendente che ha almeno un

    figlio, anche se nato fuori del matrimonio riconosciuto, adottivo, affiliato o

    affidato, che si trova nelle condizioni previste dall’articolo 12, comma 2, del testo

    unico delle imposte sui redditi (TUIR)5, approvato con decreto del Presidente della


    3 Per effetto delle modifiche in esame, l’articolo 2-bis del Decreto Omnibus dispone che, «1. Nelle more
    dell’introduzione del regime fiscale sostitutivo previsto dall’articolo 5, comma 1, lettera a), numero 2.4),
    della legge 9 agosto 2023, n. 111, per l’anno 2024 è erogata un’indennità, di importo pari a 100 euro, ai
    lavoratori dipendenti per i quali ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni:

    a) il lavoratore ha un reddito complessivo non superiore a 28.000 euro;
    b) il lavoratore ha almeno un figlio, anche se nato fuori del matrimonio, riconosciuto, adottivo, affiliato o
    affidato, che si trova nelle condizioni previste dall’articolo 12, comma 2, del testo unico delle imposte sui
    redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;

    c) l’imposta lorda determinata sui redditi di cui all’articolo 49 del citato testo unico delle imposte sui
    redditi, con esclusione di quelli indicati nel comma 2, lettera a), del medesimo articolo, percepiti dal
    lavoratore, è di importo superiore a quello della detrazione spettante ai sensi dell’articolo 13, comma 1,
    del citato testo unico delle imposte sui redditi.

    2. L’indennità di cui al comma 1, che non concorre alla formazione del reddito complessivo del lavoratore
    dipendente, è rapportata al periodo di lavoro.
    2-bis.
    L’indennità di cui al comma 1 non spetta al lavoratore dipendente coniugato o convivente il cui
    coniuge, non legalmente ed effettivamente separato, o convivente sia beneficiario della stessa indennità.

    3. Ai fini della determinazione del reddito complessivo di cui al comma 1, lettera a), del presente articolo
    rileva anche la quota esente dei redditi agevolati ai sensi dell’articolo 44, comma 1, del decreto-legge 31
    maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, dell’articolo 16 del
    decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 147, dell’articolo 5, commi 2-bis, 2-ter e 2-quater, del decreto-
    legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, e dell’articolo
    5 del decreto legislativo 27 dicembre 2023, n. 209. Il medesimo reddito complessivo è assunto al netto del
    reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e di quello delle relative pertinenze di cui
    all’articolo 10, comma 3-bis, del citato testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente
    della Repubblica n. 917 del 1986.

    4. I sostituti d’imposta di cui agli articoli 23 e 29 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre
    1973, n. 600, riconoscono l’indennità di cui al comma 1 unitamente alla tredicesima mensilità su richiesta
    del lavoratore, che attesta per iscritto di avervi diritto indicando il codice fiscale del coniuge o del
    convivente e dei figli, e verificano in sede di conguaglio la spettanza della stessa. Qualora in tale sede
    l’indennità si riveli non spettante, i medesimi sostituti d’imposta provvedono al recupero del relativo
    importo. I sostituti d’imposta compensano il credito maturato ai sensi del comma 1 mediante
    compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, a partire dal giorno
    successivo all’erogazione in busta paga dell’indennità.

    5. L’indennità di cui al comma 1 è rideterminata nella dichiarazione dei redditi presentata dal lavoratore
    beneficiario ed è riconosciuta anche qualora non sia stata erogata dal sostituto d’imposta ovvero se le
    remunerazioni percepite non sono state assoggettate a ritenuta. L’indennità risultante dalla dichiarazione
    dei redditi è computata nella determinazione del saldo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.
    Qualora l’indennità erogata dal sostituto d’imposta risulti non spettante o spettante in misura inferiore, il
    relativo importo è restituito in sede di dichiarazione. (…)
    ».
    4 Si fa riferimento ai requisiti di cui alle lettere a) e c) del comma 1 dell’articolo 2-bis del Decreto Omnibus.
    5 Ai sensi del comma 2 dell’articolo 12 del TUIR, si considerano fiscalmente a carico i familiari che
    possiedono «un reddito complessivo, computando anche le retribuzioni corrisposte da enti e organismi
    internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari e missioni, nonché quelle corrisposte dalla Santa
    Sede, dagli enti gestiti direttamente da essa e dagli enti centrali della Chiesa cattolica, non superiore a

    5

    Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.

    Il bonus è, pertanto, erogato al lavoratore dipendente per il quale sussistano

    congiuntamente le seguenti condizioni:

    a) abbia, nell’anno d’imposta 2024, un reddito complessivo non superiore

    a 28.000 euro (cfr. articolo 2-bis, comma 1, lettera a, del Decreto

    Omnibus)6;

    b) abbia almeno un figlio fiscalmente a carico, anche se nato fuori del

    matrimonio riconosciuto, adottivo, affiliato o affidato, ai sensi del citato

    articolo 12, comma 2, del TUIR (cfr. articolo 2-bis, comma 1, lettera b,

    del Decreto Omnibus);

    c) abbia un’imposta lorda, determinata sui redditi di lavoro dipendente, di

    cui all’articolo 49 del TUIR – con esclusione di quelli indicati nel

    comma 2, lettera a), del medesimo articolo7 – percepiti dal lavoratore,

    di importo superiore a quello della detrazione spettante ai sensi

    dell’articolo 13, comma 1, del TUIR (cfr. articolo 2-bis, comma 1,

    lettera c, del Decreto Omnibus).

    Il bonus in commento è riconosciuto al genitore, titolare di reddito di lavoro

    dipendente, anche in presenza di un unico figlio, purché lo stesso sia fiscalmente

    a carico. Il suddetto bonus spetta anche in presenza di figli di età inferiore ai 21


    2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. Per i figli di età non superiore a ventiquattro anni il limite
    di reddito complessivo (…) è elevato a 4.000 euro
    ».
    6 Si ricorda che, ai sensi dell’articolo 8 del TUIR, «il reddito complessivo si determina sommando i redditi
    di ogni categoria che concorrono a formarlo (…)
    ». Come precisato, inoltre, con la circolare n. 19/E del
    2024, nel calcolo del reddito complessivo da utilizzare per la determinazione delle agevolazioni fiscali (c.d.
    reddito di riferimento), ivi incluso il bonus in commento, si tiene conto anche dei redditi assoggettati a
    cedolare secca, dei redditi assoggettati a imposta sostitutiva in applicazione del regime forfetario per gli
    esercenti attività d’impresa, arti o professioni (articolo 1, comma 692, lettera g, della legge 27 dicembre
    2019, n. 160), della quota di agevolazione ACE di cui all’articolo 1 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n.
    201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e delle somme elargite a titolo di
    liberalità (c.d. mance) dai clienti ai lavoratori del settore privato, impiegati nelle strutture ricettive e negli
    esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, assoggettate a imposta sostitutiva, di cui all’articolo 1,
    commi da 58 a 62, della legge 29 dicembre 2022, n. 197. Per espressa previsione dell’articolo 2-bis, comma
    3, del Decreto Omnibus, assume rilevanza, altresì, la quota esente dei redditi agevolati riconosciuta dai
    regimi speciali per lavoratori impatriati e ricercatori residenti all’estero che rientrano in Italia. Non si
    considera, invece, il reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e quello delle relative
    pertinenze di cui all’articolo 10, comma 3-bis, del TUIR.
    7 Ai sensi dell’articolo 49, comma 2, del TUIR, costituiscono, altresì, redditi di lavoro dipendente: «a) le
    pensioni di ogni genere e gli assegni ad esse equiparati; (…)
    ».

    6

    anni che rispettano i criteri reddituali stabiliti al comma 2 del medesimo articolo

    12 del TUIR (e che, quindi, sono fiscalmente a carico), ancorché non siano più

    previste le detrazioni per figli a carico8.

    La novella prevede che, ai fini della spettanza del bonus, il lavoratore

    dipendente debba avere almeno un figlio, anche se nato fuori del matrimonio

    riconosciuto, adottivo, affiliato o affidato, fiscalmente a carico, nulla disponendo

    – contrariamente alla formulazione previgente – con riferimento al coniuge9 o

    all’appartenenza al nucleo c.d. monogenitoriale10. In altri termini, non è più

    richiesto, per la spettanza del bonus, il requisito relativo al coniuge fiscalmente a

    carico o all’appartenenza a un nucleo familiare c.d. monogenitoriale.

    Ne deriva, quindi, che il bonus, fermo restando quanto si dirà nel prosieguo,

    in presenza di almeno un figlio fiscalmente a carico (anche se nato fuori del

    matrimonio riconosciuto, adottivo, affiliato o affidato), spetta al lavoratore

    dipendente, a prescindere dalla circostanza che questi sia o meno coniugato,

    legalmente ed effettivamente separato, divorziato, convivente ovvero che

    appartenga a un nucleo familiare c.d. monogenitoriale.

    L’articolo in esame inserisce, inoltre, il nuovo comma 2-bis nell’articolo 2-

    bis del Decreto Omnibus, per effetto del quale si prevede che l’indennità in

    argomento «non spetta al lavoratore dipendente coniugato o convivente il cui

    coniuge, non legalmente ed effettivamente separato, o convivente sia beneficiario

    della stessa indennità».

    Nel caso, dunque, di due lavoratori dipendenti, per i quali sussistano i

    requisiti richiesti dalla norma, l’indennità spetta a uno solo di essi, ove siano:

    − coniugati, non legalmente ed effettivamente separati;


    8 Al riguardo, il decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 (c.d. Decreto Sostegni-ter), ha inserito nell’articolo 12
    del TUIR il nuovo comma 4-ter, il quale stabilisce che, ai «fini delle disposizioni fiscali che fanno
    riferimento alle persone indicate nel presente articolo, anche richiamando le condizioni ivi previste, i figli
    per i quali non spetta la detrazione ai sensi della lettera c) del comma 1 sono considerati al pari dei figli
    per i quali spetta tale detrazione
    » (cfr. anche circolare 18 febbraio 2022, n. 4/E).
    9 Come già precisato con la circolare n. 19/E del 2024, in merito alla nozione di coniuge, si ricorda che in
    base a quanto stabilito dall’articolo 1, comma 20, della legge 20 maggio 2016, n. 76, le parole “coniuge”,
    “coniugi” o termini equivalenti si intendono riferiti anche a ognuna delle parti dell’unione civile tra persone
    dello stesso sesso.
    10 Per la definizione di “nucleo familiare monogenitoriale” si rinvia alla circolare n. 19/E del 2024, pag. 8.

    7

    − conviventi di fatto ai sensi dell’articolo 1, commi 36 e 37, della legge n.

    76 del 2016, come specificato nella relazione illustrativa11.

    Per meglio chiarire le esclusioni del comma 2-bis si considerino i seguenti

    esempi, che si basano sull’ipotesi di due lavoratori dipendenti, sig. Rossi e sig.ra

    Bianchi, genitori di un figlio fiscalmente a carico e, l’uno con l’altra, né coniugati

    né conviventi (ai sensi dell’articolo 1, commi 36 e 37, della legge n. 76 del 2016).

    Esempio n. 1

    Il sig. Rossi e la sig.ra Bianchi non sono coniugati e non convivono (ai sensi

    dell’articolo 1 della legge n. 76 del 2016) con altri soggetti e, pertanto, nel rispetto

    delle altre condizioni previste dalla norma, il bonus spetta a entrambi.

    Esempio n. 2

    La sig.ra Bianchi non è coniugata e non convive (ai sensi della richiamata

    legge n. 76) con altri soggetti; il sig. Rossi è coniugato con una lavoratrice

    dipendente, sig.ra Verdi, con la quale ha un altro figlio fiscalmente a carico. Nel

    presupposto che siano rispettati gli altri requisiti previsti dalla norma, il bonus

    spetta a uno solo dei due coniugi (sig. Rossi o sig.ra Verdi) e alla sig.ra Bianchi

    (in quanto non coniugata e non convivente ai sensi della richiamata legge n. 76).

    Esempio n. 3

    La sig.ra Bianchi, non coniugata e non convivente (ai sensi della richiamata

    legge n. 76) con altri soggetti, non rispetta gli altri requisiti previsti dalla norma

    (ad esempio non rispetta il requisito reddituale) e di conseguenza non beneficia del

    bonus; il sig. Rossi è coniugato con una lavoratrice dipendente, sig.ra Verdi, con

    la quale ha un altro figlio fiscalmente a carico. In tal caso il bonus spetta a uno solo

    dei due coniugi, sig. Rossi o sig.ra Verdi (ovviamente nel presupposto che siano


    11 Nella relazione illustrativa al d.l. n. 167 del 2024 è precisato che per convivente si intendono i «conviventi
    di fatto
    », a norma dell’articolo 1, commi 36 e 37, della l. n. 76 del 2016. Tali ultimi commi prevedono che
    «36. Ai fini delle disposizioni di cui ai commi da 37 a 67 si intendono per «conviventi di fatto» due persone
    maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale,
    non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile. 37. Ferma
    restando la sussistenza dei presupposti di cui al comma 36, per l’accertamento della stabile convivenza si
    fa riferimento alla dichiarazione anagrafica di cui all’articolo 4 e alla lettera b) del comma 1 dell’articolo
    13 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223
    ».

    8

    rispettati gli altri requisiti previsti dalla norma), per effetto della limitazione

    prevista dal comma 2-bis.

    Esempio n. 4

    La sig.ra Bianchi non è coniugata e non convive (ai sensi della richiamata

    legge n. 76) con altri soggetti; il sig. Rossi è coniugato con una lavoratrice

    dipendente, sig.ra Verdi, con la quale ha un altro figlio che non è fiscalmente a

    carico. Nel presupposto che siano rispettati gli altri requisiti previsti dalla norma,

    il bonus spetta alla sig.ra Bianchi (in quanto non coniugata e non convivente ai

    sensi della richiamata legge n. 76) e al sig. Rossi (in quanto ha un figlio fiscalmente

    a carico − con la sig.ra Bianchi – e, pur essendo coniugato con la sig.ra Verdi,

    quest’ultima non è beneficiaria del bonus).

    Per quanto attiene agli adempimenti da porre in essere per ottenere il bonus

    in esame, per effetto delle modifiche apportate dall’articolo 2 del d.l. n. 167 del

    2024, il sostituto d’imposta pubblico o privato riconosce il bonus su richiesta del

    lavoratore dipendente, che attesta per iscritto di avervi diritto, indicando il codice

    fiscale del coniuge o del convivente (ai sensi della richiamata legge n. 76 del 2016)

    e dei figli12 fiscalmente a carico. Il lavoratore dipendente è tenuto, quindi, a

    comunicare al sostituto d’imposta – tramite dichiarazione sostitutiva di atto di

    notorietà resa ai sensi dell’articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica

    28 dicembre 2000, n. 445 – la sussistenza dei requisiti reddituali e familiari per

    beneficiare dell’indennità in esame. In particolare, ai fini del rispetto delle

    disposizioni di cui al nuovo comma 2-bis sopra descritto, il lavoratore dipendente,

    nell’attestazione da rilasciare al datore di lavoro, dichiara che il coniuge, non

    legalmente ed effettivamente separato, o il convivente (ai sensi della citata legge

    n. 76 del 2016) non sia beneficiario del bonus.

    Si precisa, inoltre, che per i lavoratori dipendenti che abbiano prodotto la

    predetta dichiarazione sostitutiva ai sensi della precedente formulazione

    dell’articolo 2-bis del Decreto Omnibus, ai fini dell’erogazione dell’indennità in


    12 A tal fine è sufficiente l’indicazione del codice fiscale di un figlio fiscalmente a carico (cfr. circolare n.
    19/E del 2024).

    9

    parola, non è necessaria la presentazione di un’ulteriore dichiarazione al sostituto

    d’imposta, salvo il caso in cui debba essere acquisito, per il rispetto delle

    disposizioni del nuovo comma 2-bis, il codice fiscale del convivente (ai sensi della

    citata legge n. 76 del 2016), unitamente alla dichiarazione che quest’ultimo non

    sia beneficiario del bonus.

    Resta fermo, in ogni caso, che il lavoratore può beneficiare dell’indennità

    nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno d’imposta 2024, da presentarsi

    nell’anno 2025.

    Si ricorda, inoltre, che, qualora il lavoratore dipendente abbia beneficiato

    dell’indennità in assenza dei presupposti richiesti o in misura superiore a quella

    spettante e non sia più possibile per il sostituto d’imposta effettuare il conguaglio

    a debito, il lavoratore medesimo deve restituire l’ammontare del bonus

    indebitamente ricevuto in sede di dichiarazione dei redditi.

    ***

    Le Direzioni regionali vigileranno affinché le istruzioni fornite e i principi

    enunciati con la presente circolare vengano puntualmente osservati dalle Direzioni

    provinciali e dagli Uffici dipendenti.


    IL DIRETTORE DELL’AGENZIA

    Ernesto Maria Ruffini
    (firmato digitalmente)

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