• Circolare Agenzie Entrate 2/E del 06/02/2024

  • Circolare Agenzie Entrate 2/E del 06/02/2024
  • CIRCOLARE N. 2/E

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    Direzione Centrale Coordinamento Normativo








    Roma, 6 febbraio 2024




    OGGETTO: Attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito

    delle persone fisiche e altre misure in tema di imposte sui redditi –
    Decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216






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    INDICE

    PREMESSA ..................................................................................................................... 3

    1. Revisione della disciplina dell’imposta sul reddito delle persone fisiche ........ 4

    1.1. Rimodulazione di aliquote e scaglioni di reddito ................................................. 4

    1.2. Modifica delle detrazioni da lavoro dipendente e assimilato ............................... 5

    1.3. Trattamento integrativo ......................................................................................... 7

    1.4. Revisione della disciplina delle detrazioni fiscali ................................................. 9

    1.5. Adeguamento della disciplina delle addizionali regionale e comunale all’IRPEF
    .............................................................................................................................. 10

    2. Abrogazione della disciplina relativa all’aiuto alla crescita economica (ACE)
    .............................................................................................................................. 13

    3

    PREMESSA

    Il decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 2161, recante «Attuazione del

    primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre

    misure in tema di imposte sui redditi» (di seguito Decreto), contiene disposizioni

    che attuano taluni principi e criteri direttivi della legge 9 agosto 2023, n. 111,

    recante «Delega al Governo per la riforma fiscale» (di seguito Delega).

    In particolare, gli articoli da 1 a 3 del Decreto attuano le disposizioni di cui

    all’articolo 5, comma 1, lettera a), della Delega2, finalizzate a realizzare la

    revisione del sistema d’imposizione del reddito delle persone fisiche (IRPEF),

    prevedendone la graduale riduzione, nel rispetto del principio di progressività e

    nella prospettiva della transizione del sistema verso l’aliquota impositiva unica,

    attraverso il riordino delle deduzioni dalla base imponibile, degli scaglioni di

    reddito, delle aliquote d’imposta, delle detrazioni dall’imposta lorda e dei crediti

    d’imposta.

    Gli articoli 4 e 5 del Decreto, in attesa della completa attuazione della

    revisione e razionalizzazione degli incentivi fiscali alle imprese, prevista

    dall’articolo 9, comma 1, lettera g), della Delega3, dispongono, rispettivamente,


    1 Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2023, n. 303.
    2 Secondo cui «1. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1 il Governo osserva altresì i seguenti
    princìpi e criteri direttivi specifici per la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone
    fisiche:
    a) per gli aspetti generali:
    1) la revisione e la graduale riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), nel rispetto
    del principio di progressività e nella prospettiva della transizione del sistema verso l’aliquota impositiva
    unica, attraverso il riordino delle deduzioni dalla base imponibile, degli scaglioni di reddito, delle aliquote
    di imposta, delle detrazioni dall’imposta lorda e dei crediti d’imposta, tenendo conto delle loro finalità
    (…);
    2) il graduale perseguimento dell’equità orizzontale prevedendo, nelle more dell’attuazione della revisione
    di cui al numero 1) (…);
    3) l’inclusione nel reddito complessivo, rilevante ai fini della spettanza di detrazioni, deduzioni o benefìci
    a qualsiasi titolo, anche di natura non tributaria, dei redditi assoggettati a imposte sostitutive e a ritenute
    alla fonte a titolo di imposta in relazione all’IRPEF;
    4) valutare l’introduzione, per un periodo limitato di tempo, di misure idonee a favorire i trasferimenti di
    residenza nei comuni periferici e ultra periferici come individuati dalla Strategia nazionale per le aree
    interne
    ».
    3 Secondo cui «1. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1 il Governo osserva altresì i seguenti
    princìpi e criteri direttivi specifici:
    (…)
    g) rivedere e razionalizzare, anche in adeguamento ai princìpi di cui all’articolo 6, comma 1, lettera a),
    gli incentivi fiscali alle imprese e i meccanismi di determinazione e fruizione degli stessi, tenendo altresì
    conto della direttiva (UE) 2022/2523 del Consiglio, del 14 dicembre 2022
    ».

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    una maggiorazione del costo del lavoro dei nuovi assunti, ai fini della

    determinazione del reddito d’impresa per il periodo d’imposta successivo a quello

    in corso al 31 dicembre 2023, e l’abrogazione della disciplina relativa all’aiuto alla

    crescita economica (ACE).

    Con la presente circolare si forniscono, relativamente ad alcune delle

    predette disposizioni, le istruzioni operative agli Uffici per garantirne l’uniformità

    di azione.

    1. Revisione della disciplina dell’imposta sul reddito delle persone
    fisiche

    1.1. Rimodulazione di aliquote e scaglioni di reddito

    L’articolo 1, comma 1, del Decreto introduce rilevanti novità in materia di

    IRPEF, con effetti limitati al periodo d’imposta 2024, disponendo l’applicazione

    di nuove aliquote e scaglioni di reddito in sede di determinazione dell’imposta

    lorda.

    In particolare, la disposizione prevede che per l’anno 2024, per la

    determinazione dell’IRPEF, l’imposta lorda è calcolata applicando, in luogo delle

    aliquote previste dall’articolo 11, comma 1, del Testo unico delle imposte sui

    redditi (TUIR), approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22

    dicembre 1986, n. 9174, le seguenti aliquote per scaglioni di reddito:

    a) 23 per cento per i redditi fino a 28.000 euro;

    b) 35 per cento per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;

    c) 43 per cento per i redditi che superano 50.000 euro.

    Rispetto alla disciplina recata dal citato articolo 11, comma 1, del TUIR,

    pertanto:

    − è prevista una riduzione da quattro a tre degli scaglioni di reddito e delle


    4 L’articolo 11, comma 1, del TUIR prevede le seguenti aliquote per scaglioni di reddito: a) fino a 15.000
    euro, 23 per cento; b) oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 25 per cento; c) oltre 28.000 euro e fino a
    50.000 euro, 35 per cento; d) oltre 50.000 euro, 43 per cento.

    5

    corrispondenti aliquote;

    − il primo scaglione di reddito è stato innalzato a 28.000 euro a parità di

    aliquota al 23 per cento, assorbendo il precedente secondo scaglione;

    − l’aliquota al 25 per cento, in precedenza applicabile al secondo

    scaglione, per i redditi oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, è stata

    soppressa;

    − il secondo e terzo scaglione, con le rispettive aliquote, sono rimasti

    invariati rispetto ai precedenti terzo e quarto scaglione.

    Si propone, di seguito, uno schema per il calcolo dell’IRPEF sulla base delle

    regole vigenti per il periodo d’imposta 2024.

    SCAGLIONI

    2024

    ALIQUOTE

    2024

    IMPOSTA DOVUTA

    fino a 28.000
    euro

    23 per cento 23 per cento sul reddito

    da 28.001 fino a
    50.000 euro

    35 per cento
    6.440 euro + 35 per cento sul reddito
    che supera i 28.000 euro e fino a
    50.000 euro

    oltre i 50.000
    euro

    43 per cento
    14.140 euro + 43 per cento sul reddito
    che supera i 50.000 euro

    1.2. Modifica delle detrazioni da lavoro dipendente e assimilato

    L’articolo 1, comma 2, del Decreto, con efficacia limitata al periodo

    d’imposta 2024, innalza, altresì, da 1.880 euro a 1.955 euro la detrazione prevista

    dall’articolo 13, comma 1, lettera a), primo periodo, del TUIR, per i contribuenti

    titolari di redditi di lavoro dipendente, escluse le pensioni e assegni ad esse

    equiparati, e per taluni redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, se il reddito

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    complessivo non supera 15.000 euro5.

    La modifica, pertanto, amplia fino a 8.500 euro l’ammontare del reddito

    escluso da imposizione (c.d. no tax area) previsto per titolari di redditi di lavoro

    dipendente e di taluni assimilati, equiparandolo a quello già vigente a favore dei

    pensionati.

    Si propone, di seguito, uno schema per il calcolo delle detrazioni per lavoro

    dipendente.

    REDDITO IMPORTO DELLA DETRAZIONE

    fino a 15.000 1.955 (non inferiore a 690 o, se a tempo
    determinato, non inferiore a 1.380)


    5 Trattasi, in particolare, dei redditi di lavoro dipendente di cui all’articolo 49, comma 1, del TUIR, nonché
    dei seguenti redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente:
    − i compensi percepiti, entro i limiti dei salari correnti maggiorati del 20 per cento, dai lavoratori soci

    delle cooperative di produzione e lavoro, delle cooperative di servizi, delle cooperative agricole e di
    prima trasformazione dei prodotti agricoli e delle cooperative della piccola pesca (cfr. articolo 50,
    comma 1, lettera a), del TUIR);

    − le indennità e i compensi percepiti a carico di terzi dai prestatori di lavoro dipendente per incarichi
    svolti in relazione a tale qualità, ad esclusione di quelli che per clausola contrattuale devono essere
    riversati al datore di lavoro e di quelli che per legge devono essere riversati allo Stato (cfr. articolo 50,
    comma 1, lettera b), del TUIR);

    − le somme da chiunque corrisposte a titolo di borsa di studio o di assegno, premio o sussidio per fini di
    studio o di addestramento professionale, se il beneficiario non è legato da rapporti di lavoro dipendente
    nei confronti del soggetto erogante (cfr. articolo 50, comma 1, lettera c), del TUIR);

    − le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di
    erogazioni liberali, in relazione agli uffici di amministratore, sindaco o revisore di società, associazioni
    e altri enti con o senza personalità giuridica, alla collaborazione a giornali, riviste, enciclopedie e simili,
    alla partecipazione a collegi e commissioni, nonché quelli percepiti in relazione ad altri rapporti di
    collaborazione aventi per oggetto la prestazione di attività svolte senza vincolo di subordinazione a
    favore di un determinato soggetto nel quadro di un rapporto unitario e continuativo senza impiego di
    mezzi organizzati e con retribuzione periodica prestabilita, sempreché gli uffici o le collaborazioni non
    rientrino nei compiti istituzionali compresi nell’attività di lavoro dipendente di cui all’articolo 49,
    comma 1, concernente redditi di lavoro dipendente, o nell’oggetto dell’arte o professione di cui
    all’articolo 53, comma 1, concernente redditi di lavoro autonomo, esercitate dal contribuente (cfr.
    articolo 50, comma 1, lettera c-bis), del TUIR);

    − le remunerazioni dei sacerdoti, nonché le congrue e i supplementi di congrua (cfr. articolo 50, comma
    1, lettera d), del TUIR);

    − le prestazioni pensionistiche di cui al decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, e al decreto legislativo
    5 dicembre 2005, n. 252, comunque erogate, nonché quelle derivanti dai prodotti pensionistici
    individuali paneuropei (PEPP) di cui al regolamento (UE) 2019/1238 (cfr. articolo 50, comma 1, lettera
    h-bis), del TUIR);

    − i compensi percepiti dai soggetti impegnati in lavori socialmente utili in conformità a specifiche
    disposizioni normative (cfr. articolo 50, comma 1, lettera l), del TUIR).

    7

    oltre 15.000 e fino a
    28.000

    1.910 + 1.190 x [(28.000 - reddito) / (28.000
    - 15.000)]

    oltre 28.000 e fino a
    50.000

    1.910 x [(50.000 - reddito) / (50.000 -
    28.000)]

    oltre 50.000 nessuna detrazione

    Atteso che la modifica riguarda solo il primo periodo dell’articolo 13,

    comma 1, lettera a), del TUIR, resta ferma l’applicazione delle altre disposizioni

    contenute nel medesimo articolo.

    In particolare, ai sensi del comma 6-bis del predetto articolo 13 del TUIR,

    per la determinazione dell’ammontare delle detrazioni ivi disciplinate, il reddito

    complessivo è assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad

    abitazione principale e di quello delle relative pertinenze di cui all’articolo 10,

    comma 3-bis, del medesimo TUIR.

    Al riguardo si osserva che, come evidenziato con la circolare 19 giugno

    2023, n. 14/E, nel calcolo del reddito complessivo da utilizzare per la

    determinazione delle agevolazioni fiscali (c.d. reddito di riferimento), ivi incluse

    le predette detrazioni, si tiene conto anche dei redditi assoggettati a cedolare secca,

    dei redditi assoggettati a imposta sostitutiva in applicazione del regime forfetario

    per gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni (articolo 1, comma 692,

    lettera g), della legge 27 dicembre 2019, n. 160) e della quota di agevolazione ACE

    di cui all’articolo 1 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con

    modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 2146.

    1.3. Trattamento integrativo

    L’articolo 1, comma 3, del Decreto modifica, per l’anno d’imposta 2024, il


    6 Si segnala che l’articolo 5 del Decreto dispone, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in
    corso al 31 dicembre 2023, l’abrogazione della disciplina dell’ACE, prevedendo altresì che, sino a
    esaurimento dei relativi effetti, continuano ad applicarsi le disposizioni relative all’importo del rendimento
    nozionale eccedente il reddito complessivo netto del periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023.

    8

    requisito richiesto per il riconoscimento del trattamento integrativo di cui

    all’articolo 1, comma 1, primo periodo, del decreto-legge 5 febbraio 2020, n. 3,

    convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2020, n. 21.

    Nello specifico, con riferimento ai contribuenti con reddito complessivo7 di

    ammontare non superiore a 15.000 euro, il citato trattamento può essere concesso

    quando l’imposta lorda, da determinarsi sui redditi di lavoro dipendente, di cui

    all’articolo 49, con esclusione di quelli indicati nel comma 2, lettera a), del TUIR,

    e sui redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, di cui all’articolo 50, comma

    1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), del TUIR, è di importo superiore alla

    detrazione spettante ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del TUIR diminuita

    dell’importo di 75 euro rapportato al periodo di lavoro nell’anno8.

    La previsione di una riduzione di 75 euro della detrazione di cui all’articolo

    13, comma 1, del TUIR mira a neutralizzare l’incremento dell’importo della

    detrazione per redditi di lavoro dipendente, introdotto dall’articolo 1, comma 2,

    del Decreto in commento, che avrebbe potuto determinare la perdita del beneficio

    per alcuni soggetti, i quali, in base alla disciplina a regime, ne sono invece

    destinatari. Ciò in quanto, come sopra descritto, uno dei requisiti per l’attribuzione

    del trattamento integrativo è la capienza dell’imposta lorda calcolata sui redditi di

    lavoro dipendente e assimilati rispetto alla detrazione spettante per i medesimi

    redditi. In coerenza con quanto riportato nelle relazioni illustrativa e tecnica al

    Decreto9, con cui si chiarisce la ratio della norma sopra descritta, si ritiene che tale


    7 Si evidenzia che anche per la spettanza del trattamento integrativo occorre considerare l’ammontare del
    c.d. reddito di riferimento.
    8 Al riguardo, si precisa che l’articolo 1, comma 2, del Decreto dispone, per il solo periodo d’imposta 2024,
    l’aumento della detrazione spettante ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del TUIR a 1.955 euro, in caso di
    reddito complessivo di ammontare non superiore a 15.000 euro.
    9 Nella relazione illustrativa al Decreto è precisato che la modifica in commento “assicura la
    corresponsione del trattamento integrativo ai lavoratori dipendenti alle stesse condizioni previste dalla
    disciplina vigente a regime. Infatti, considerato che uno dei requisiti richiesti dall’art. 1 del citato decreto-
    legge n. 3/2020 per l’attribuzione del trattamento integrativo è la capienza dell’imposta lorda calcolata
    sui redditi di lavoro dipendente rispetto alla detrazione spettante ai sensi dell’art. 13, comma 1, lettera a),
    del citato TUIR, un livello più elevato di tale detrazione determinerebbe la perdita del beneficio per alcuni
    lavoratori dipendenti che in base alla disciplina vigente a regime ne sono invece destinatari. A tale
    inconveniente si pone rimedio con il correttivo che si va a introdurre che, ai fini della spettanza del
    trattamento integrativo, neutralizza l’innalzamento della soglia di non tax area da 8.173 euro a 8.500 euro
    previsto dal comma 2 dell’articolo 1
    ”. Nella relazione tecnica, inoltre, è affermato che l’incremento della

    9

    riduzione debba essere apportata solo alla detrazione indicata nel primo periodo

    dell’articolo 13, comma 1, lettera a), del TUIR e non anche alle detrazioni previste

    dal secondo e terzo periodo della medesima lettera che non sono state oggetto di

    modifica da parte del citato articolo 1, comma 2, del Decreto.

    Considerato che il testo della norma non apporta altre modifiche alla

    disciplina del trattamento integrativo, si rinvia, per ulteriori approfondimenti, a

    quanto chiarito da ultimo con la circolare del 18 febbraio 2022, n. 4/E.

    1.4. Revisione della disciplina delle detrazioni fiscali

    L’articolo 2 del Decreto ha apportato alcune modifiche alla disciplina delle

    detrazioni per oneri, prevedendo, per i contribuenti titolari di un reddito

    complessivo superiore a 50.000 euro, una riduzione di un importo pari a 260 euro

    dell’ammontare della detrazione dall’imposta lorda spettante per l’anno 2024,

    determinato ai sensi dell’articolo 15, comma 3-bis, del TUIR, in relazione a:

    a) gli oneri per i quali la detrazione delle spese sostenute è fissata nella

    misura del 19 per cento dal TUIR o da qualsiasi altra disposizione

    fiscale; la disposizione non riguarda le spese sanitarie di cui all’articolo

    15, comma 1, lettera c), del TUIR;

    b) le erogazioni liberali in favore dei partiti politici di cui all’articolo 11

    del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, convertito, con

    modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 1310;

    c) i premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi di cui all’articolo

    119, comma 4, quinto periodo, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34,


    detrazione “non ha effetto sulla spettanza del “trattamento integrativo” per il lavoro dipendente in quanto
    la norma prevede che tale trattamento continui di fatto a essere corrisposto al verificarsi delle medesime
    condizioni previste dalla legislazione vigent
    e”.
    10 Ai sensi dell’articolo 11 del d.l. n. 149 del 2013 le erogazioni liberali in denaro effettuate dalle persone
    fisiche in favore dei partiti politici, iscritti nella prima sezione del registro di cui all’articolo 4 dello stesso
    decreto-legge, sono ammesse a detrazione per oneri nella misura del 26 per cento per importi compresi tra
    30 euro e 30.000 euro annui.

    10

    convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 7711.

    La riduzione pari a 260 euro deve essere operata sull’importo della

    detrazione come determinato ai sensi dell’articolo 15, comma 3-bis, del TUIR, il

    quale dispone che la «detrazione di cui al presente articolo spetta:

    a) per l’intero importo qualora il reddito complessivo non ecceda 120.000 euro;

    b) per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 240.000 euro, diminuito

    del reddito complessivo, e 120.000 euro, qualora il reddito complessivo sia

    superiore a 120.000 euro»12.

    In altri termini, per i titolari di reddito complessivo superiore a 120.000

    euro, la decurtazione va applicata alla detrazione dall’imposta lorda che risulta già

    ridotta per effetto del suddetto articolo 15, comma 3-bis, del TUIR.

    Il comma 2 dell’articolo 2 del Decreto, conformemente a quanto già

    stabilito dal comma 3-ter del citato articolo 15 del TUIR, precisa che, ai fini del

    comma 1, il reddito complessivo13 è assunto al netto del reddito dell’unità

    immobiliare adibita ad abitazione principale e di quello delle relative pertinenze di

    cui all’articolo 10, comma 3-bis, del TUIR.

    1.5. Adeguamento della disciplina delle addizionali regionale e
    comunale all’IRPEF

    L’articolo 3 del Decreto è intervenuto per adeguare la disciplina delle


    11 Ai sensi dell’articolo 119, comma 4, quinto periodo, del d.l. n. 34 del 2020, per gli interventi di cui ai
    commi da 1-bis a 1-septies dell’articolo 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con
    modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, «in caso di cessione del corrispondente credito ad
    un’impresa di assicurazione e di contestuale stipulazione di una polizza che copre il rischio di eventi
    calamitosi, la detrazione prevista nell’articolo 15, comma 1, lettera f-bis), del testo unico delle imposte sui
    redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, spetta nella misura del
    90 per cento
    ».
    12 Si ricorda che, ai sensi del comma 3-quater dell’articolo 15 del TUIR, la detrazione compete per l’intero
    importo, a prescindere dall’ammontare del reddito complessivo, per gli oneri di cui al comma 1, lettere a)
    e b), e al comma 1-ter, nonché per le spese sanitarie di cui al comma 1, lettera c).
    13 Si evidenzia che anche per la spettanza delle detrazioni per oneri occorre considerare l’ammontare del
    c.d. reddito di riferimento.

    11

    addizionali regionale14 e comunale15 alla nuova articolazione degli scaglioni e

    delle aliquote dell’IRPEF prevista dall’articolo 1, comma 1, del Decreto.

    In particolare, il comma 1 dell’articolo 3 del Decreto prevede che il termine

    di cui all’articolo 50, comma 3, secondo periodo, del decreto legislativo 15

    dicembre 1997, n. 44616, entro cui ciascuna Regione, con propria legge17, può

    maggiorare l’aliquota di compartecipazione dell’addizionale regionale, è differito

    al 15 aprile 2024. Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano,

    pertanto, hanno tempo fino al 15 aprile 2024 per pubblicare nel bollettino ufficiale

    della Regione o della Provincia autonoma18 la legge con la quale stabiliscono la

    misura del tributo sulla base della nuova articolazione degli scaglioni dell’IRPEF,

    disposta dal comma 1 dell’articolo 1 del Decreto.

    Al fine di tenere conto dei contenuti dell’intesa sancita nella Conferenza

    unificata del 9 novembre 2023, lo stesso comma 1 dell’articolo 3 del Decreto

    prevede, inoltre, che le Regioni e le Province autonome, nelle more del riordino

    della fiscalità degli enti territoriali, possono determinare entro lo stesso termine,

    per il solo anno 2024, aliquote differenziate dell’addizionale regionale all’IRPEF

    sulla base degli scaglioni di reddito stabiliti dall’articolo 11, comma 1, del TUIR,


    14 Al riguardo, si ricorda che il comma 4 dell’articolo 6 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, prevede
    che, per «assicurare la razionalità del sistema tributario nel suo complesso e la salvaguardia dei criteri di
    progressività cui il sistema medesimo è informato, le regioni possono stabilire aliquote dell’addizionale
    regionale all’IRPEF differenziate esclusivamente in relazione agli scaglioni di reddito corrispondenti a
    quelli stabiliti dalla legge statale
    ».
    15 Al riguardo, si ricorda che il comma 11 dell’articolo 1 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138,
    convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, prevede che, per «assicurare la
    razionalità del sistema tributario nel suo complesso e la salvaguardia dei criteri di progressività cui il
    sistema medesimo è informato, i comuni possono stabilire aliquote dell’addizionale comunale all’imposta
    sul reddito delle persone fisiche utilizzando esclusivamente gli stessi scaglioni di reddito stabiliti, ai fini
    dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, dalla legge statale, nel rispetto del principio di
    progressività
    ».
    16 Il termine ordinario previsto dall’articolo 50, comma 3, secondo periodo, del d.lgs. n. 446 del 1997 è «il
    31 dicembre dell’anno precedente a quello in cui l’addizionale si riferisce».

    17 L’articolo 6, comma 1, del d.lgs. n. 68 del 2011, che ha integrato la disciplina del tributo contenuta
    nell’articolo 50 del d.lgs. n. 446 del 1997, stabilisce che, a «decorrere dall’anno 2012 ciascuna regione a
    Statuto ordinario può, con propria legge, aumentare o diminuire l’aliquota dell’addizionale regionale
    all’IRPEF di base
    ».
    18 Si precisa che, nonostante l’articolo 50, comma 3, del d.lgs. n. 446 del 1997 richieda la pubblicazione
    nella Gazzetta Ufficiale, tale obbligo deve ritenersi assolto con la pubblicazione della legge nel bollettino
    ufficiale della Regione o della Provincia autonoma, che, per tali leggi, assolve alla stessa funzione
    riconosciuta alla Gazzetta Ufficiale (analogamente a quanto già evidenziato con la circolare 18 febbraio
    2022, n. 4/E, paragrafo 2).

    12

    vigenti per l’anno 2023, vale a dire sui seguenti quattro scaglioni di reddito: a) fino

    a 15.000 euro; b) oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro; c) oltre 28.000 euro e fino

    a 50.000 euro; d) oltre 50.000 euro.

    La norma precisa, infine, che, nell’ipotesi in cui le Regioni e le Province

    autonome non approvino, entro il 15 aprile 2024, la legge modificativa degli

    scaglioni e delle aliquote, per il solo anno 2024 l’addizionale regionale all’imposta

    sul reddito delle persone fisiche si applica sulla base degli scaglioni e delle aliquote

    vigenti per l’anno 2023.

    L’articolo 3, comma 2, del Decreto differisce, inoltre, al 15 maggio 2024 il

    termine previsto dall’articolo 50, comma 3, quarto periodo, del d.lgs. n. 446 del

    1997 entro il quale le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, ai

    fini della semplificazione delle dichiarazioni e delle funzioni dei sostituti

    d’imposta e dei centri di assistenza fiscale (CAF), nonché degli altri intermediari,

    devono trasmettere i dati contenuti nei provvedimenti di variazione

    dell’addizionale regionale all’IRPEF, per la pubblicazione sul sito informatico

    www.finanze.gov.it. Si ricorda che l’articolo 50, comma 3, ultimo periodo, del

    d.lgs. n. 446 del 1997 dispone, altresì, che il mancato inserimento nel sito

    informatico dei suindicati dati comporta l’inapplicabilità di sanzioni e interessi.

    Per quanto concerne, invece, l’addizionale comunale all’IRPEF, il comma

    3 dell’articolo 3 del Decreto, in linea con quanto stabilito per l’addizionale

    regionale, prevede che, in deroga all’articolo 1, comma 169, primo periodo, della

    legge 27 dicembre 2006, n. 29619, e all’articolo 172, comma 1, lettera c), del

    decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 26720, i Comuni, per l’anno 2024,

    modificano, con propria delibera, gli scaglioni e le aliquote dell’addizionale


    19 L’articolo 1, comma 169, primo periodo, della l. n. 296 del 2006 stabilisce che gli «enti locali deliberano
    le tariffe e le aliquote relative ai tributi di loro competenza entro la data fissata da norme statali per la
    deliberazione del bilancio di previsione
    ».
    20 L’articolo 172, comma 1, lettera c), del d.lgs. n. 267 del 2000 prevede che al «bilancio di previsione sono
    allegati i documenti previsti dall’art. 11, comma 3, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e
    successive modificazioni, e i seguenti documenti:(…)
    c) le deliberazioni con le quali sono determinati, per
    l’esercizio successivo, le tariffe, le aliquote d’imposta e le eventuali maggiori detrazioni, le variazioni dei
    limiti di reddito per i tributi locali e per i servizi locali, nonché, per i servizi a domanda individuale, i tassi
    di copertura in percentuale del costo di gestione dei servizi stessi
    ».

    13

    comunale entro il 15 aprile 2024, al fine di conformarsi alla nuova articolazione

    prevista per l’IRPEF.

    Come per le Regioni e per le Province autonome, in conformità ai contenuti

    dell’intesa sancita nella Conferenza unificata, il comma 3 in esame stabilisce che,

    nelle more del riordino della fiscalità degli enti territoriali, entro lo stesso termine

    del 15 aprile 2024, i Comuni possono determinare, per il solo anno 2024, aliquote

    differenziate dell’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone

    fisiche sulla base degli scaglioni di reddito previsti dall’ articolo 11, comma 1, del

    TUIR, vigenti per l’anno 2023, innanzi riportati.

    Il comma 4, infine, introduce una norma che trova applicazione nel caso in

    cui la delibera di cui al comma 3 non venga adottata entro il 15 aprile 2024 o non

    venga trasmessa entro il termine di cui all’articolo 14, comma 8, del decreto

    legislativo 14 marzo 2011, n. 2321, ai fini della pubblicazione, con efficacia

    costitutiva, sul sito istituzionale del Dipartimento delle finanze del Ministero

    dell’economia e delle finanze. In tali ipotesi, il comma 4 stabilisce che, per l’anno

    2024, continueranno ad applicarsi le aliquote vigenti per l’anno 2023.

    2. Abrogazione della disciplina relativa all’aiuto alla crescita
    economica (ACE)

    L’articolo 5 del Decreto dispone l’abrogazione, a decorrere dal periodo

    d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, della disciplina

    relativa all’aiuto alla crescita economica (ACE), di cui all’articolo 1 del d.l. n. 201

    del 2011.

    In particolare, l’ACE è un incentivo alla capitalizzazione delle imprese al

    fine di riequilibrare il trattamento fiscale tra le imprese che si finanziano con debito

    e quelle che si finanziano con capitale proprio e consiste nell’ammettere in


    21 L’articolo 14, comma 8, del d.lgs. n. 23 del 2011 stabilisce che, con decorrenza dall’anno 2011, «le
    delibere di variazione dell’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche hanno effetto
    dal 1° gennaio dell’anno di pubblicazione sul sito informatico di cui all’articolo 1, comma 3, del citato
    decreto legislativo n. 360 del 1998, a condizione che detta pubblicazione avvenga entro il 20 dicembre
    dell’anno a cui la delibera afferisce
    ».

    14

    deduzione, dal reddito complessivo netto dichiarato, un importo corrispondente al

    rendimento nozionale del nuovo capitale proprio. Nel caso in cui l’importo del

    rendimento nozionale superi il reddito complessivo netto così determinato,

    l’eccedenza di rendimento nozionale può essere riportata nei periodi d’imposta

    successivi, senza alcun limite quantitativo e temporale.

    Ciò premesso, l’articolo 5, nelle more dell’organica revisione e

    razionalizzazione degli incentivi alle imprese previste dalla Delega, dispone, a

    decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023,

    l’abrogazione della disciplina dell’ACE, stabilendo che, sino a esaurimento dei

    relativi effetti, continuano ad applicarsi le disposizioni relative all’importo del

    rendimento nozionale eccedente il reddito complessivo netto del periodo

    d’imposta in corso al 31 dicembre 2023.

    ***

    Le Direzioni regionali vigileranno affinché le istruzioni fornite e i principi

    enunciati con la presente circolare vengano puntualmente osservati dalle Direzioni

    provinciali e dagli Uffici dipendenti.


    IL DIRETTORE DELL’AGENZIA

    Ernesto Maria Ruffini

    (firmato digitalmente)

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