• Circolare Agenzie Entrate n.32/E del 21/09/2022

  • Circolare Agenzie Entrate n.32/E del 21/09/2022
  • CIRCOLARE N. 32/E

    Roma, 21 settembre 2022

    OGGETTO: Chiarimenti in relazione agli investimenti effettuati dai soggetti

    operanti nel settore della nautica da diporto ai fini della disciplina

    contenuta nell'articolo 1, comma 98, della legge n. 208 del 28

    dicembre 2015, come da ultimo modificato dall'articolo 1, comma

    175, legge 30 dicembre 2021, n. 234

    2

    Premessa ................................................................................................................ 3

    1.1. I settori esclusi dall’agevolazione ................................................................. 5

    2. Ambito oggettivo dell’agevolazione ........................................................... 11

    2.1. Il progetto di investimento ......................................................................... 12

    2.2. Identificazione della singola struttura produttiva ................................... 13

    2.3. L’individuazione dei beni agevolabili: i riflessi della classificazione in

    bilancio ................................................................................................................. 15

    3

    Premessa

    Con il presente documento, sentito per le vie brevi il Dipartimento delle

    Finanze, Direzione rapporti fiscali europei e internazionali, per la parte di sua

    competenza in materia di aiuti di Stato, si forniscono chiarimenti in riferimento

    alla disciplina contenuta nell'articolo 1, comma 98, della legge 28 dicembre 2015,

    n. 208 (di seguito, anche legge di stabilità 2016), come da ultimo modificato

    dall'articolo 1, comma 175, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, (di seguito,

    bonus mezzogiorno o bonus sud o credito d’imposta mezzogiorno) con particolare

    riguardo alle peculiarità che contraddistinguono il settore della nautica da diporto.

    L’agevolazione in esame consiste in un credito di imposta a favore delle

    imprese che, fino al 31 dicembre 2022, «effettuano l'acquisizione dei beni

    strumentali nuovi indicati nel comma 99, destinati a strutture produttive ubicate

    nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, della

    Regione siciliana e delle regioni Sardegna e Molise, ammissibili alle deroghe

    previste dall'articolo 107, paragrafo 3, lettera a), del Trattato sul funzionamento

    dell'Unione europea, e nelle zone assistite della regione Abruzzo, ammissibili alle

    deroghe previste dall'articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del Trattato sul

    funzionamento dell'Unione europea, come individuate dalla Carta degli aiuti a

    finalità regionale 2022-2027».

    L’articolo 1, comma 107, della legge n. 208 del 2015 prevede che

    l’agevolazione è concessa nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti dal

    Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014 che

    «dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in

    applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato Testo rilevante ai fini del SEE»

    (di seguito, anche, GBER). Il credito d'imposta è, inoltre, riconosciuto nella misura

    massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2014-2020 C(2014)

    6424 final del 16 settembre 2014, come modificata dalla decisione C(2016) 5938

    final del 23 settembre 2016.

    4

    Pertanto, in sede di applicazione, l’agevolazione oggetto della presente

    circolare deve osservare le regole unionali in materia di aiuti di Stato.

    Al riguardo, si rammenta che per le imprese attive nel settore della

    produzione primaria di prodotti agricoli, nel settore della pesca e dell’acquacoltura,

    disciplinato dal regolamento (UE) n. 1379/2013 del Parlamento europeo e del

    Consiglio dell’11 dicembre 2013, e nel settore della trasformazione e della

    commercializzazione di prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura, che

    effettuano l’acquisizione di beni strumentali nuovi, gli aiuti sono concessi nei

    limiti e alle condizioni previsti dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato

    nei settori agricolo, forestale e delle zone rurali e ittico.

    L’articolo 1, comma 175, della legge n. 234 del 2021 ha riformulato il

    comma 98 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2016, adeguando il perimetro

    geografico di applicazione del credito di imposta per gli investimenti nel

    Mezzogiorno, per l’anno 2022, a quanto previsto dalla nuova Carta degli aiuti a

    finalità regionale 2022-2027. Nessun intervento, invece, è stato operato con

    riguardo alla misura del citato credito che, pertanto, resta quella prevista nella

    previgente Carta degli aiuti a finalità regionale 2014-2020.

    La disciplina qui in esame trova inoltre applicazione con riferimento agli

    investimenti agevolabili effettuati:

    a) nei Comuni delle Regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dagli

    eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016, ai sensi dell’articolo 18-

    quater del decreto-legge n. 8 del 20171;

    b) nelle zone economiche speciali (ZES), ai sensi dell’articolo 5 del decreto-

    legge n. 91 del 2017 con un limite di investimento, per ciascun progetto, di

    100 milioni di euro secondo quanto disposto dall’articolo 57, comma 1, lett.

    b), n. 4, del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77.

    1 In proposito si precisa che, in relazione agli investimenti realizzati a decorrere dal 1° gennaio 2021 e fino

    al 31 dicembre 2021 il comma 3 del citato articolo 18-quater, come modificato dall’art. 43-ter del decreto-

    legge n. 152 del 2021 prevede che l’agevolazione si applichi nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti

    dalla comunicazione della Commissione europea C (2020) 1863 final, del 19 marzo 2020 (Temporary

    Framework).

    5

    Tutto ciò premesso, in ordine alla disciplina agevolativa in esame sono

    stati forniti chiarimenti con le circolari n. 34/E del 3 agosto 2016 e n. 12/E del 13

    aprile 2017, a cui, per quanto non diversamente disposto, si rinvia.

    Si ricorda che ai fini della fruizione del credito de quo, come precisato nei

    citati documenti di prassi, è necessario compilare e inoltrare telematicamente

    all’Agenzia delle entrate l'apposita comunicazione per la fruizione del credito

    d’imposta per gli investimenti nel mezzogiorno (modello CIM17) nella quale è

    esposta, tra l’altro, la cadenza temporale dell'investimento programmato, con

    indicazione, per gli anni in cui l'agevolazione risulta vigente, anche delle somme

    investite e del relativo credito di imposta (cfr. provvedimento del Direttore

    dell’Agenzia delle entrate del 14 aprile 2017, come modificato, da ultimo, con il

    provvedimento del 6 aprile 2022).

    A tal proposito, giova evidenziare in questa sede - come precisato nella

    circolare n. 34/E del 2016 - che l'Agenzia delle entrate verifica esclusivamente la

    correttezza formale dei dati presenti nella comunicazione e dichiarati dal

    contribuente sotto la propria responsabilità. In esito ai predetti controlli, qualora

    non sussistano motivi ostativi, l'Agenzia delle entrate comunica l'autorizzazione

    all'utilizzo in compensazione del credito d'imposta.

    Queste attività – proprio in quanto dirette ad una verifica formale dei dati

    esposti al fine di monitorare la compatibilità con i fondi assegnati – non

    pregiudicano né inibiscono le successive ed eventuali attività di controllo

    sostanziale nelle opportune sedi.

    1.1. I settori esclusi dall’agevolazione

    Il comma 100 dell’articolo 1 della legge n. 208 del 2015, nell’individuare

    più dettagliatamente il perimetro di applicazione del beneficio, dispone che

    «l'agevolazione non si applica ai soggetti che operano nei settori dell'industria

    siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei

    trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di

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    energia e delle infrastrutture energetiche, nonché ai settori creditizio, finanziario

    e assicurativo».

    Per quanto di interesse in questa sede, la disposizione viene in rilievo in

    relazione al settore dei trasporti e, in particolare, alla circostanza se la nautica da

    diporto sia da ricondurre nell’ambito di quest’ultimo.

    Al riguardo, si precisa che l’articolo 13 del citato Regolamento (UE) n.

    651/2014 «Campo di applicazione degli aiuti a finalità regionale» prevede

    l’esclusione dagli Aiuti nel settore «Trasporti e delle relative infrastrutture». Nello

    stesso Regolamento, all’articolo 2 punto 45)2 è riportata la definizione del «Settore

    Trasporti» con la quale si dà evidenza delle attività comprese in tale comparto.

    Detto articolo identifica «il trasporto di passeggeri per via aerea, marittima,

    stradale, ferroviaria e per vie navigabili interne o trasporto di merci per conto

    terzi; più in particolare, il “settore dei trasporti” comprende le seguenti attività

    ai sensi della NACE Rev. 2 (…):

    a) NACE 49: Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte, escluse le

    attività Codice 49.32 (Trasporto con taxi), 49.42 (Servizi di trasloco); e

    49.5 (Trasporto mediante condotte);

    2 Il REGOLAMENTO (CE) n. 1893/2006 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 20

    dicembre 2006 definisce la classificazione statistica delle attività economiche NACE Revisione 2.

    Nell’allegato è riportata la classificazione. Nel gruppo 50 sono ricomprese queste attività:

    ? 50 Trasporti marittimi e per vie d'acqua

    ? 50.1 Trasporto marittimo e costiero di passeggeri

    ? 50.10 Trasporto marittimo e costiero di passeggeri

    ? 50.2 Trasporto marittimo e costiero di merci

    ? 50.20 Trasporto marittimo e costiero di merci

    ? 50.3 Trasporto di passeggeri per vie d'acqua interne

    ? 50.30 Trasporto di passeggeri per vie d'acqua interne

    ? 50.4 Trasporto di merci per vie d'acqua interne

    ? 50.40 Trasporto di merci per vie d'acqua interne

    Nella classe 52.22 è ricompresa l’«Attività dei servizi connessi al trasporto marittimo e per vie d'acqua».

    Nella classe 77.34 è ricompreso il «Noleggio e leasing di mezzi di trasporto marittimi e fluviali».

    Altro da verificare:

    La suddetta classificazione riporta, tra l’altro:

    ? NACE 49: Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte, escluse le attività NACE 49.32

    Trasporto con taxi, 49.42 Servizi di trasloco e 49.5 Trasporto mediante condotte;

    ? NACE 50: Trasporti marittimi e per vie d'acqua;

    ? NACE 51: Trasporto aereo, esclusa NACE 51.22 Trasporto spaziale.

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    b) NACE 50: Trasporti marittimi e per vie d'acqua;

    c) NACE 51: Trasporto aereo, escluso il Codice 51.22 (Trasporto spaziale)».

    Tenuto conto che, a livello nazionale, la classificazione ATECO 2007

    recepisce in linea generale la nomenclatura «NACE Rev. 2», le suddette attività

    escluse sono, in linea di principio, quelle riconducibili al settore Trasporti -

    Sezione H «Trasporto e magazzinaggio»3.

    Giova ricordare, in ogni caso, che, ai fini dell’individuazione del settore

    di appartenenza, si deve tenere conto dell’attività effettivamente svolta riferibile

    alla struttura produttiva presso la quale è realizzato l’investimento oggetto

    dell’agevolazione richiesta che, in linea di principio, dovrà corrispondere al codice

    attività, compreso nella tabella ATECO 2007, da indicare nel modello di

    comunicazione per la fruizione del credito d’imposta per gli investimenti nel

    mezzogiorno.

    Con specifico riferimento al settore della nautica da diporto, occorre

    preliminarmente ricordare che, secondo le disposizioni contenute nel decreto

    legislativo 18 luglio 2005, n. 171, recante «Codice della nautica da diporto ed

    attuazione della direttiva 2003/44/CE, a norma dell'articolo 6 della legge 8 luglio

    2003, n. 172, in attuazione dell'articolo 1, comma 5, della legge 7 ottobre 2015, n.

    167» (di seguito, Codice nautica da diporto o anche semplicemente Codice), la

    navigazione da diporto è quella «esercitata, per fini esclusivamente lusori o anche

    commerciali» (cfr. articolo 1, comma 1), mediante le unità indicate dallo stesso

    codice.

    Il successivo articolo 2 del Codice individua specificamente le unità da

    diporto utilizzate a fini commerciali; in particolare, secondo la predetta

    disposizione, «l’unità da diporto è utilizzata a fini commerciali quando:

    a) è oggetto di contratti di locazione e di noleggio;

    b) è utilizzata per l'insegnamento professionale della navigazione da diporto;

    3 Al riguardo, si ricorda che l'articolo 199, comma 5, del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 stabilisce che

    “Fermo quanto previsto dall’articolo 1, comma 107, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, l’agevolazione

    di cui ai commi da 98 a 106 del medesimo articolo 1 si applica anche ai soggetti operanti nei settori del

    magazzinaggio e supporto ai trasporti”.

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    c) è utilizzata da centri di immersione e di addestramento subacqueo come unità

    di appoggio per i praticanti immersioni subacquee a scopo sportivo o

    ricreativo;

    c-bis) è utilizzata per assistenza all'ormeggio delle unità di cui all'articolo 3

    nell'ambito delle strutture dedicate alla nautica da diporto;

    c-ter) è utilizzata per l'attività di assistenza e di traino delle unità di cui all'articolo

    3;

    c-quater) è utilizzata, nel rispetto della normativa europea, nazionale e regionale

    di settore, per l'esercizio di attività in forma itinerante di somministrazione

    di cibo e di bevande e di commercio al dettaglio.

    L'utilizzazione a fini commerciali delle imbarcazioni e navi da diporto è

    annotata nell'Archivio telematico centrale delle unità da diporto (ATCN), con

    l'indicazione delle attività svolte e dei proprietari o armatori delle unità, imprese

    individuali o società, esercenti le suddette attività commerciali e degli estremi

    della loro iscrizione, nel registro delle imprese della competente camera di

    commercio, industria, artigianato ed agricoltura. Gli estremi dell'annotazione

    sono riportati sulla licenza di navigazione.

    2-bis. Nel caso di natanti l'utilizzazione a fini commerciali è annotata

    secondo le modalità indicate nel regolamento di attuazione del presente codice».

    Al riguardo, per quanto rileva in questa sede, il citato articolo 2 annovera,

    tra le fattispecie di uso commerciale delle unità da diporto, quella del “noleggio”.

    Ai sensi dell’articolo 47, comma 1, del predetto Codice, si definisce come

    noleggio di unità da diporto «il contratto con cui il noleggiante, in corrispettivo

    del nolo pattuito, si obbliga a mettere a disposizione dell'altra parte, noleggiatore

    oppure più noleggiatori a cabina, rispettivamente, l'unità da diporto o parte di

    essa per un determinato periodo da trascorrere a scopo ricreativo in zone marine

    o acque interne di sua scelta, da fermo o in navigazione, alle condizioni stabilite

    dal contratto. L'unità noleggiata rimane nella disponibilità del noleggiante, alle

    cui dipendenze resta anche l'equipaggio».

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    Al riguardo, il comma 2 della norma in questione dispone espressamente

    che «Il contratto di noleggio non può avere ad oggetto l'attività di collegamento

    di linea ad orari prestabiliti tra due o più località predefinite».

    L’utilizzo del noleggio di unità da diporto per fini diversi da quelli stabiliti

    dal Codice della nautica da diporto, inoltre, determina l’irrogazione di sanzioni,

    come previsto dall’articolo 554 del Codice rubricato «Esercizio abusivo delle

    attività commerciali con unità da diporto».

    Nella circolare del 6 agosto 2015, n. 15036 del Ministero delle

    infrastrutture e dei trasporti - titolata «Attività di noleggio da diporto - attività di

    trasporto passeggeri - elementi distintivi - attività di controllo e sanzionatoria» - è

    stato chiarito5 che: «la finalità precipua del trasporto di persone in ambito

    diportistico rimane quella propria del diporto e, quindi, lo spostamento via mare

    dei passeggeri serve per realizzare e perseguire esclusivamente delle finalità

    sportive e/o ricreative senza una finalità di collegamento tra due o più località,

    senza orari prefissati e/o tassativi di partenza e di rientro e senza attività

    programmatiche predefinite.

    Oggetto del contratto di noleggio di unità da diporto è invece

    essenzialmente l’unità stessa, che viene messa a disposizione del noleggiatore con

    4 Il quale prevede che:

    ? «Chiunque esercita le attività di cui all’articolo 2, comma 1, del presente codice senza

    l’osservanza delle disposizioni di cui al comma 2 del medesimo articolo ovvero utilizza unità da

    diporto per attività diverse da quelle cui sono adibite o esercita con unità da diporto le attività di

    trasporto di persone a titolo oneroso di cui agli articoli da 396 a 418 del codice della navigazione,

    è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 2775 euro a 11017 euro»

    (comma 1);

    ? «Nel caso di impiego di unità da diporto per le attività di trasporto di persone a titolo oneroso di

    cui al comma 1, la patente nautica è sospesa da uno a tre mesi e, se la violazione è reiterata nel

    biennio, la patente nautica è revocata» (comma 3).

    5 Nel medesimo documento di prassi viene, inoltre, precisato che «Laddove il “trasporto puro di

    passeggeri” consiste, invece, nel trasferimento di persone tra due o più luoghi ben definiti nell’ambito di

    una attività che si svolga con continuità e sistematicità. Nel contesto sopra evidenziato l’oggetto del

    contratto di trasporto passeggeri è dunque il viaggio, per il quale l’itinerario è prefissato e prestabilito dal

    vettore, che indica all’utenza, in dettaglio, anche gli orari di partenza e di arrivo previsti, obbligandosi a

    rispettarli, salvo casi di forza maggiore. […] La volontà dei passeggeri non può influire sulle scelte di

    itinerario e di orario previste: questi possono solo aderirvi, acquistando il titolo di viaggio. Peraltro nel

    “servizio di linea” la definizione normativa dello stesso (d.lgs. 2 febbraio 2001, n. 28, art. 1, Punto 1,

    lettera F) in rapporto all’itinerario è “una serie di collegamenti effettuati da …, in modo da assicurare il

    traffico tra gli stessi due o più porti, oppure una serie di viaggi da e verso lo stesso porto senza scali

    intermedi …».

    10

    un’eventuale serie di servizi accessori collegati allo scopo turistico-ricreativo

    della navigazione. In questo caso quindi è il noleggiatore stesso che decide

    l’itinerario da compiere, le soste da effettuare, gli orari da rispettare per la

    partenza e per il rientro, dovendo avere come unico riferimento quanto concordato

    con il noleggiante sulla durata del noleggio ed uno scopo esclusivamente turistico-

    diportistico».

    Il medesimo documento di prassi, inoltre, offre ulteriori chiarimenti utili

    ai fini della individuazione di più specifiche figure contrattuali che consentono di

    distinguere la nautica da diporto rispetto ad altre fattispecie che, secondo il citato

    Ministero (oggi, Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili), devono

    rispettare la normativa sul trasporto passeggeri, inserendosi più propriamente in

    questo contesto.

    In particolare, viene chiarito che:

    ? il noleggio a tempo «rappresenta la figura contrattuale tipica del diporto

    (art. 47 e seguenti del d.lgs. 171/2005) ove le parti stabiliscono i limiti

    temporali, durante i quali l’unità rimane permanentemente a disposizione

    del noleggiante e viene identificata anche l’area marina di utilizzo per

    navigare o per sostare (noleggio “da fermo” di unità da diporto);

    ? il noleggio a viaggio «ove l’itinerario e gli orari di partenza e di arrivo

    sono prestabiliti dallo stesso noleggiante: trattasi in questo caso di una

    fattispecie disciplinata dal codice della navigazione, che presenta indubbie

    affinità con il contratto di trasporto passeggeri e come tale va disciplinato,

    e quindi con i relativi adempimenti amministrativi e tecnici e con la

    necessità di iscrizione delle unità nel registro R.N.M.G.».

    Per quanto sopra argomentato, dunque, le imprese che operano nel settore

    del noleggio di unità da diporto, in linea di principio, possono fruire del credito

    mezzogiorno in relazione agli investimenti agevolabili in quanto nel rispetto del

    quadro normativo interno che regola il settore e sulla base dei chiarimenti forniti

    dalla richiamata circolare dell’allora Ministero delle Infrastrutture e trasporti, il

    comparto di appartenenza non è assimilabile alle attività del «settore dei trasporti»,

    11

    escluso ai sensi del Regolamento Generale d’Esenzione, sempre che non si tratti

    di attività – come quelle connesse al noleggio a viaggio sopra richiamato –

    riconducibili al trasporto.

    Con riferimento alle imprese che operano contestualmente in un settore

    escluso (trasporti) ed in quello della nautica da diporto si rammenta che, come

    disposto dal GBER, in caso di «un’impresa operante nei settori esclusi» che …

    «opera anche in settori che rientrano nel campo di applicazione del presente

    regolamento, il regolamento si applica agli aiuti concessi in relazione a questi

    ultimi settori o attività, a condizione che gli Stati membri garantiscano, tramite

    mezzi adeguati quali la separazione delle attività o la distinzione dei costi, che le

    attività esercitate nei settori esclusi non beneficiano degli aiuti concessi a norma

    del presente regolamento» [cfr. articolo 1, par. 3, lettera e)].

    Sulla base della citata previsione, pertanto, tali imprese potranno fruire del

    credito mezzogiorno nel presupposto che le diverse attività rappresentino distinti

    e autonomi rami d’azienda, dotati ai fini fiscali di contabilità separata al fine di

    garantire la delimitazione dell’agevolazione in relazione esclusivamente agli

    investimenti effettuati in seno alle attività ammissibili al beneficio e fermo

    restando l’utilizzo dei beni agevolabili nei settori diversi da quelli esclusi dagli

    aiuti ai sensi del citato GBER.

    2. Ambito oggettivo dell’agevolazione

    Il comma 99 del richiamato articolo 1 della legge 208 del 2015 dispone

    che «Per le finalità di cui al comma 98, sono agevolabili gli investimenti, facenti

    parte di un progetto di investimento iniziale come definito all’articolo 2, punti 49,

    50 e 51, del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno

    2014, relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di

    macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già

    esistenti o che vengono impiantate nel territorio».

    12

    Nel ricordare che con la richiamata circolare n. 34/E del 2016 sono stati

    forniti chiarimenti in ordine alla individuazione degli investimenti agevolabili – a

    cui si rinvia – si forniscono di seguito alcune precisazioni specificamente riferite

    al settore della nautica da diporto.

    2.1. Il progetto di investimento

    Coerentemente al quadro generale di riferimento6, anche l’acquisizione

    delle «unità da diporto», utilizzate per l’attività di noleggio, al pari degli altri

    investimenti in macchinari, impianti e attrezzature varie, deve essere parte

    integrante di un progetto di investimento finalizzato alla «creazione di un nuovo

    stabilimento (o) … all'ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente»

    oppure «alla diversificazione della produzione».

    Si ricorda che, come precisato nella circolare n. 34/E del 2016, restano

    esclusi dall’agevolazione gli investimenti di mera sostituzione in quanto gli stessi

    non possono essere mai considerati «investimenti iniziali» (cfr. Orientamenti in

    materia di Aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027 e Orientamenti in materia

    di Aiuti di Stato a finalità regionale per l'Italia 2014-2020).

    Pertanto, devono considerarsi in linea di principio escluse

    dall’agevolazione qui in esame le ipotesi in cui l’acquisto delle imbarcazioni da

    diporto (ovvero di altri beni agevolabili) avvenga con finalità di mera sostituzione

    della flotta già esistente, senza generare un effetto di ampliamento della struttura

    produttiva esistente.

    Ciò, ad esempio, si verifica in tutte quelle ipotesi in cui all’acquisto di

    imbarcazioni da diporto si associa l’estromissione dall’attività d’impresa di

    analoghi beni già utilizzati, sia quando il soggetto che effettua l’investimento

    proceda all’acquisto dell’imbarcazione sostitutiva nel corso del medesimo periodo

    d’imposta dell’estromissione, sia quando ciò avvenga nel periodo d’imposta

    6 Vedi nozione di progetto di investimento iniziale di cui all’articolo 2, punti 49, 50 e 51 , del regolamento

    (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014.

    13

    precedente o successivo o comunque in un arco temporale congruo a soddisfare

    l’esigenza di sostituzione dei beni strumentali già impiegati nell’attività e sempre

    che, come sopra evidenziato, non si generi alcun ampliamento della capacità dello

    stabilimento.

    2.2. Identificazione della singola struttura produttiva

    Come già precisato, il credito di imposta spetta esclusivamente per gli

    investimenti in beni strumentali nuovi, vale a dire macchinari, impianti e

    attrezzature varie, facenti parte di un progetto di investimento iniziale e destinati a

    strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia,

    Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e (in parte) Abruzzo. In linea

    generale, il beneficio non riguarda investimenti realizzati ed utilizzati in altre aree

    del Paese.

    Fermo restando le precisazioni contenute nella circolare n. 34/E del 2016,

    si ricorda che la struttura produttiva, in linea di principio, si identifica come

    l’insieme di tutti i beni facenti parte del medesimo processo produttivo

    dell’impresa che sono ubicati nel territorio dello stesso comune (cfr. circolare n.

    38/E dell’11 aprile 2008 e Risoluzione n. 222/E del 13 agosto 2009).

    Applicando tali principi agli investimenti qui in esame, le imbarcazioni in

    possesso del requisito della strumentalità e della novità, come declinati dalla

    circolare 34/E del 2016, devono costituire parte integrante di un’organizzazione

    d’impresa che rappresenti un punto di riferimento per l’attività di noleggio per

    nautica da diporto “radicata” in uno dei territori ammissibili al beneficio.

    In considerazione delle peculiarità dell’attività in esame, le dimensioni e

    la struttura dell’organizzazione di impresa sulla terraferma possono variare in

    relazione alle modalità con cui è esercitata la predetta attività, essendo necessario

    verificare che la struttura organizzativa esistente sulla terraferma abbia comunque

    caratteristiche dimensionali e funzionali coerenti con la tipologia ed il volume

    dell’attività di noleggio per nautica da diporto professionale esercitata.

    14

    In assenza di elementi strutturali, ad ogni modo, l’esistenza di

    un’organizzazione (ancorché minimale) può desumersi, invero, anche da altri

    elementi o indizi dell’attività svolta “a terra” che, allo stesso modo, consentano di

    individuare il riferimento territoriale dell’attività, quali, ad esempio, il

    rimessaggio, l’allestimento, il rifornimento di carburanti, i diritti di ormeggio e,

    non ultimo, l’insieme di contatti e rapporti che, nel loro complesso, costituiscono

    l’attività (cfr. risoluzione del 22 dicembre 2016, n. 118/E e risoluzione n. 92/E del

    20 marzo 2002).

    Solo in presenza di uno stretto vincolo di connessione funzionale tra bene

    agevolabile e struttura produttiva situata in uno dei territori agevolabili, infatti,

    l'investimento contribuisce alla crescita di tale struttura produttiva e può essere

    considerato come sua diramazione, a prescindere dalla presenza fisica dello stesso

    in azienda (cfr. risoluzione del 15 febbraio 2005, n. 16).

    In relazione allo specifico settore esaminato con il presente documento,

    non assume rilievo la circostanza che la navigazione avvenga al di fuori dei territori

    agevolabili, purché sia possibile riscontrare un vincolo di connessione tra

    l’imbarcazione e la struttura produttiva radicata nel territorio agevolato, come, ad

    esempio, nel caso in cui il soggetto che ha effettuato l’investimento continui a

    sopportare, tra l’altro, i rischi connessi all’utilizzo del bene (in caso di guasti, ai

    fini della responsabilità civile verso terzi, ecc..).

    Sempre ai fini della perimetrazione dell’ambito di applicazione del

    beneficio, giova ricordare che il contratto di noleggio di imbarcazioni per attività

    di diporto prevede la messa a disposizione del noleggiatore dell'unità da diporto o

    parte di essa per un determinato periodo («da trascorrere a scopo ricreativo in

    zone marine o acque interne di sua scelta, da fermo o in navigazione, alle

    condizioni stabilite dal contratto. L'unità noleggiata rimane nella disponibilità del

    noleggiante, alle cui dipendenze resta anche l'equipaggio»), costituendo per il

    noleggiante la destinazione di beni propri all’utilizzo di terzi.

    In questo senso, come chiarito già dalla risoluzione n. 332/E del 24 ottobre

    2002, occorre operare una netta distinzione fra il contratto di noleggio ed altre

    15

    figure contrattuali, quale, in primis, il contratto di locazione di cose mobili che, a

    differenza del primo, comporta il trasferimento della disponibilità dell’unità da

    diporto a favore del conduttore, il quale si assume ogni rischio e onere connesso

    con la navigazione.

    Coerentemente a tale ricostruzione, atteso che, ai fini dell'ammissibilità

    degli investimenti, rileva l'utilizzazione dei beni nell'ambito della struttura

    produttiva dell'impresa beneficiaria non potranno comunque essere oggetto di

    agevolazione i beni destinati alla locazione onerosa di cose mobili.

    Al di là, quindi, del nomen juris utilizzato, occorre pertanto verificare la

    corretta qualificazione del rapporto che si instaura in concreto tra la società

    proprietaria del bene ed il soggetto utilizzatore dello stesso al fine di escludere dal

    perimetro della agevolazione gli investimenti relativi ad attività che si inquadrano

    nell’ambito dei contratti di locazione di cose mobili, dovendosi considerare, in

    questi casi, ceduto il godimento dei beni e, quindi, non soddisfatto il vincolo di

    destinazione prescritto dalla norma agevolativa.

    2.3. L’individuazione dei beni agevolabili: i riflessi della classificazione in

    bilancio

    Con riferimento all'individuazione dei beni agevolabili, si evidenzia che il

    riferimento contenuto nel comma 98 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2016 ai

    «beni strumentali» comporta che i beni oggetto di investimento devono

    caratterizzarsi per il requisito della “strumentalità” rispetto all’attività esercitata

    dall’impresa beneficiaria del credito d’imposta.

    I beni agevolabili, conseguentemente, devono essere di uso durevole ed

    atti ad essere impiegati come strumenti di produzione all’interno del processo

    produttivo dell’impresa.

    Restano, dunque, esclusi dall’ambito oggettivo del credito d’imposta i cd.

    «beni merce» o i beni utilizzati promiscuamente tra i soci del soggetto economico

    che effettua l’investimento (o coloro che presentano con i medesimi soci legami

    16

    commerciali o personali, come ad esempio i familiari) e coloro che noleggiano le

    imbarcazioni a titolo di diportisti.

    La disposizione sopra menzionata, come evidenziato anche dalla circolare

    n. 34/E del 2016, fa riferimento alla nozione di «macchinari, impianti e

    attrezzature varie». Per individuare i beni agevolabili la citata circolare n. 34/E del

    2016, per quanto compatibile e per quanto non diversamente trattato, fa rinvio ai

    chiarimenti forniti dalla circolare n. 38/E dell'11 aprile 2008, relativa all'analogo

    credito d'imposta per acquisizioni di beni strumentali nuovi in aree svantaggiate,

    introdotto dall'articolo 1, commi da 271 a 279, della legge n. 206 del 2006.

    Al riguardo, occorre precisare, in via preliminare, che, a differenza della

    disciplina attuale, la norma introduttiva dell'analogo credito d'imposta faceva

    esplicito riferimento ai beni «classificabili nell'attivo dello stato patrimoniale di

    cui al primo comma, voci B.II.2 e B.II.3, dell'articolo 2424 del codice civile», vale

    a dire ai beni classificati come «Impianti e macchinari» nello schema di Stato

    Patrimoniale previsto dall'articolo 2424 del codice civile (voce B.II.2) e come

    «Attrezzature industriali e commerciali» (voce B.II.3).

    Pertanto, nella circolare n. 38/E del 2008, ai fini dell'individuazione

    dell'ambito oggettivo della norma, sono state riportate le indicazioni contenute

    nell'OIC 167, par. C, in riferimento alla Classificazione delle immobilizzazioni

    7 Al paragrafo 21, in particolare, il citato OIC 16 precisa che, la voce BII2 «impianti e macchinario», può

    ricomprendere:

    - impianti generici: sono gli impianti non legati alla tipica attività della società (ad esempio:

    servizi riscaldamento e condizionamento, impianti di allarme);

    - impianti specifici: sono gli impianti legati alle tipiche attività produttive dell'azienda;

    - altri impianti (ad esempio: forni e loro pertinenze);

    - macchinario automatico e macchinario non automatico: si tratta di apparati in grado di

    svolgere da sé (automatico) ovvero con ausilio di persone (semiautomatico) determinate

    operazioni.

    Al paragrafo 22, precisa che la voce BII3 «attrezzature industriali e commerciali» può comprendere:

    - attrezzature: sono strumenti (con uso manuale) necessari per il funzionamento o lo

    svolgimento di una particolare attività o di un bene più complesso (ad esempio: attrezzi di

    laboratorio, equipaggiamenti e ricambi, attrezzatura commerciale e di mensa);

    - attrezzatura varia, legata al processo produttivo o commerciale dell'impresa, completante la

    capacità funzionale di impianti e macchinario, distinguendosi anche per un più rapido ciclo

    d'usura; comprende convenzionalmente gli utensili.

    Infine, al paragrafo 23, viene precisato che la voce BII4 «altri beni» può comprendere:

    17

    materiali, escludendo dall'agevolazione i beni classificati in voci di bilancio

    diverse da quelle sopra riportate, come, ad esempio, quelli iscritti nella voce

    residuale B.II.4 «Altri beni».

    Nell'ambito della normativa agevolativa in esame, con specifico

    riferimento al settore della nautica, però, sono state evidenziate distorsioni

    generate dall'applicazione rigida dell'OIC 16 laddove le imbarcazioni, sebbene

    strumentali, non sono classificate nelle specifiche voci previste.

    Al riguardo, è stato richiesto un parere all’Organismo italiano di

    contabilità in ordine a «la corretta classificazione in bilancio dei beni utilizzati

    dalle imprese che operano nel settore del noleggio di “veicoli” e, in particolare,

    con riferimento al carattere precettivo di quanto affermato dall’OIC 16 in

    relazione agli automezzi (ovvero, alle imbarcazioni da diporto), per le imprese che

    si occupano di effettuare come attività il noleggio a terzi di tali beni» (cfr. articolo

    9-bis comma 1 lettera b) del D.lgs. n. 38 del 2005, introdotto dalla legge n. 116 del

    2014).

    Con la risposta pervenuta, l’Organismo italiano di contabilità ha

    rappresentato che:

    ? la circostanza che il suddetto Principio Contabile OIC 16 non abbia

    riportato tra gli esempi di impianti e macchinari o di attrezzature le

    imbarcazioni o altri veicoli con destinazione aziendale di autonoma

    produzione del reddito, attraverso il loro noleggio, non esclude che,

    ricorrendone le condizioni, gli amministratori possano includere detti beni

    nella voce BII 2 o BII 3;

    ? il codice civile all’articolo 2423-ter, al comma 3, prevede che «devono

    essere aggiunte altre voci qualora il loro contenuto non sia compreso in

    - mobili (ad esempio: mobili, arredi e dotazioni di ufficio, mobili e dotazioni di laboratorio, di

    officina, di magazzino e di reparto, mobili e dotazioni per mense, servizi sanitari ed

    assistenziali);

    - macchine d'ufficio (ad esempio: macchine ordinarie ed elettroniche);

    - automezzi (ad esempio: autovetture, autocarri, altri automezzi, motoveicoli e simili, mezzi di

    trasporto interni);

    - imballaggi da riutilizzare;

    - beni gratuitamente devolvibili.

    18

    alcune di quelle previste dagli articoli 2424 e 2425» e al comma 4 prevede

    che «le voci precedute da numeri arabi devono essere adattate quando lo

    esige la natura dell’attività esercitata»;

    concludendo che «gli amministratori delle imprese di noleggio di imbarcazioni da

    diporto, devono valutare dapprima se, nella loro dinamica aziendale, sia

    appropriato includere le imbarcazioni da diporto in una delle voci delle

    Immobilizzazioni materiali così come previste dall’articolo 2424 del codice civile.

    Se dovessero concludere che l’elencazione operata dalla norma non fornisca una

    rappresentazione chiara dei beni patrimoniali, potranno ricorrere al disposto

    dell’articolo 2423- ter del codice civile».

    La classificazione di bilancio alla stregua di «Impianti e macchinari» nello

    schema di Stato Patrimoniale previsto dall'articolo 2424 c.c. (voce B.II.2) e

    «Attrezzature industriali e commerciali» (voce B.II.3) - nella misura in cui risulti

    corretta in applicazione delle disposizioni del codice civile e dei principi contabili

    adottati dall’impresa - rappresenta un primo indicatore della circostanza che i beni

    acquistati siano «macchinari, impianti e attrezzature varie» funzionali

    all’esercizio delle attività economiche poste in essere.

    Qualora l’operatore economico abbia rappresentato in maniera diversa la

    propria realtà aziendale (ad esempio, ipotizzando la creazione di una specifica voce

    dello stato patrimoniale) ovvero, sulla base della tipologia e dimensioni della

    propria azienda, usufruisca di schemi di bilancio semplificati (quali, ad esempio,

    le micro-imprese di cui all’articolo 2435-ter del codice civile o le imprese che

    adottano contabilità semplificata di cui all’articolo 2435-bis del codice civile),

    diviene necessario valorizzare tutti gli elementi, in diritto e in fatto, che consentano

    di considerare i beni oggetto dell’investimento come «macchinari, impianti e

    attrezzature varie» il cui utilizzo da parte dell’impresa sia essenziale per

    l’esercizio della propria attività.

    Per quanto appena descritto, dunque, le imbarcazioni da diporto, anche

    nell’ipotesi in cui non risultino espressamente classificate nelle predette voci BII2

    e BII3, possono rappresentare, in linea di principio, macchinari o impianti

    19

    essenziali per l’esercizio dell’attività di noleggio di imbarcazioni da diporto con la

    conseguenza che, sussistendo tutti gli altri requisiti disposti dalle normative

    nazionali e comunitarie, gli investimenti in tali beni consentono la fruizione del

    credito d’imposta mezzogiorno.

    Si invitano gli Uffici a riesaminare gli eventuali atti già emessi, anche

    pendenti in contenzioso, alla luce dei chiarimenti forniti con il presente

    documento.

    Fermo restando quanto chiarito in termini di principio nel presente

    documento di prassi, giova evidenziare che implicano l’appuramento di

    circostanze di fatto, la cui valutazione esula dall’ambito di applicazione

    dell’istituto dell’interpello ai sensi dell’articolo 11 della legge 27 luglio 2000, n.

    212 (cfr. circolare 9/E del 1 aprile 2016), le seguenti questioni:

    (i) specifica riconducibilità di una determinata attività ad un settore

    escluso;

    (ii) valutazione della esistenza di un progetto di investimento iniziale;

    (iii) esistenza di uno stretto vincolo di connessione tra il bene agevolato

    utilizzato al di fuori del territorio agevolato e la struttura radicata su

    quest’ultimo;

    (iv) verifica della circostanza che la sostituzione operata implichi un

    ampliamento della capacità della struttura preesistente.

    ***

    Le Direzioni regionali vigileranno affinché le istruzioni fornite e i principi

    enunciati con la presente circolare vengano puntualmente osservati dalle Direzioni

    provinciali e dagli Uffici dipendenti.

    IL DIRETTORE DELL’AGENZIA

    Ernesto Maria Ruffini

    Firmato digitalmente

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