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Martedì 20 maggio 2025

Il Garante privacy dice no alla geolocalizzazione dei dipendenti in smart working

a cura di: AteneoWeb S.r.l.

L'Autorità ha sanzionato per 50mila euro un'azienda che rilevava la posizione geografica dei dipendenti durante l’attività lavorativa svolta in modalità agile.
Il Garante, intervenuto a seguito del reclamo di una dipendente e di una segnalazione da parte dell’Ispettorato della Funzione Pubblica, ha riscontrato numerose violazioni: l'azienda effettuava infatti un monitoraggio dei propri dipendenti per verificare l'esatta corrispondenza tra la posizione geografica in cui si trovavano e l'indirizzo dichiarato nell'accordo individuale di smart working, anche in base a specifiche procedure di controllo mirato.
Il personale, scelto a campione, veniva contattato telefonicamente dall’Ufficio controlli con la richiesta di attivare la geolocalizzazione del pc o dello smartphone, effettuando una timbratura con un’apposita applicazione, e di dichiarare subito dopo, tramite un’e-mail, il luogo in cui in quel preciso momento si trovava fisicamente. A tale richiesta, seguivano poi le verifiche e gli eventuali procedimenti disciplinari dell’Azienda.

Il Garante privacy ha escluso la possibilità, da parte del datore di lavoro, di geolocalizzare i dipendenti in smart working, ed ha ricordato che le diverse esigenze di controllo dell’osservanza dei doveri di diligenza del lavoratore in smart working, non possono essere perseguite, a distanza, con strumenti tecnologici che, riducendo lo spazio di libertà e dignità della persona in modo meccanico e anelastico, comportano un monitoraggio diretto dell’attività del dipendente non consentito dallo Statuto dei lavoratori e dal quadro costituzionale.



Fonte: https://www.garanteprivacy.it


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