Uber è da considerarsi servizio di trasporto e gli Stati possono vietare o limitarne l'esercizio.
È questo, in sintesi, il contenuto della sentenza della Corte di Giustizia UE nella causa C-320/16, secondo la quale "gli Stati membri possono vietare e reprimere penalmente l'esercizio illegale dell'attività di trasporto nell'ambito del servizio UberPop senza dover previamente notificare alla Commissione il progetto di legge che stabilisce il divieto e le sanzioni penali per tale esercizio". Per Uber è la seconda sconfitta davanti ai giudici di Lussemburgo.
Il caso ha investito la società francese Uber France che viene sottoposta a procedimento penale per aver organizzato, tramite UberPop, un sistema che mette in contatto clienti con conducenti non professionisti che trasportano persone, a pagamento, con veicoli dotati di meno di dieci posti.
Uber France sostiene che la legislazione francese sulla materia costituisce una regola tecnica riguardante un servizio della società dell'informazione.
La direttiva impone agli Stati membri di notificare alla Commissione qualsiasi progetto di legge o di regolamentazione che detti regole tecniche relative ai prodotti e servizi informatici. Ma nel caso in questione le autorità francesi non avevano notificato alla Commissione la normativa penale prima della promulgazione. Uber France, così, sostiene di non poter essere sottoposta a procedimento penale per le accuse rivoltele.
Investito della controversia, il Tribunal de grande instance de Lille (Francia) ha chiesto alla Corte di giustizia di dirimere la questione.
Secondo la Corte, poiché il servizio UberPop proposto in Francia è sostanzialmente identico a quello fornito in Spagna, cassato in dicembre e poiché il servizio UberPop non ricade sotto la direttiva, l'obbligo di previa notifica alla Commissione, previsto dalla direttiva, non si applica.
Le autorità francesi, pertanto, non erano tenute a notificare previamente alla Commissione il progetto di legge penale.
Per la Corte, dunque, gli Stati membri possono vietare e reprimere l'esercizio illegale di un'attività di trasporto come quella esercitata tramite UberPop senza dover previamente notificare alla Commissione il progetto di legge che stabilisce il divieto e le sanzioni penali per tale esercizio.
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