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I Dazi Doganali: come si calcolano e contabilizzano

Giovedì 27/02/2025

a cura di AteneoWeb S.r.l.


Il Dazio Doganale è un’imposta riscossa sulle importazioni da parte dell'autorità doganale di un Paese. 

I dazi rappresentano dunque uno strumento di politica commerciale utilizzato dai governi per regolare il flusso di merci tra Paesi.  I dazi, oltre a rappresentare una fonte di introito, possono infatti essere imposti per una varietà di ragioni, tra cui:
  • protezione dell'industria nazionale: uno degli obiettivi principali è rendere i prodotti importati meno competitivi rispetto a quelli prodotti internamente, favorendo così le imprese locali;
  • ritorsione commerciali: in caso di dispute commerciali, un paese può imporre dazi come forma di ritorsione contro pratiche commerciali ritenute scorrette da parte di un altro Paese;
  • salvaguardia di interessi strategici: in alcuni casi, i dazi possono essere utilizzati per proteggere settori ritenuti strategici per la sicurezza nazionale o per l'indipendenza economica.


Il dazio doganale varia a seconda del tipo di bene importato ed è calcolato in base al suo valore contenuto nella dichiarazione del venditore. 

Nelle spedizioni con destinazione l'Unione Europea il dazio corrisponde alla Tariffa Integrata Comunitaria (TARIC) che viene calcolata in percentuale secondo tabelle merceologiche. L'importo dei dazi applicabili in Italia è consultabile sul sito dell'Agenzia delle Dogane. Per conoscere i dazi applicabili alle importazioni nel Mercato UE si può utilizzare anche My Trade Assistant su Access2Markets. Compila il "paese da", il "paese a" e il codice del prodotto e avvia la ricerca: i risultati mostreranno le informazioni sui dazi applicabili.

Come si contabilizzano i dazi doganali

In caso di importazione extraUE, il fornitore estero invia all’importatore nazionale una fattura con l’importo dei beni acquistati ma, ovviamente, senza IVA e senza dazi. 

L’IVA e le spese di dogana (dazi compresi) vengono infatti assolti in Dogana dall’importatore nazionale o, più frequentemente, dallo spedizioniere che le addebita poi nella sua fattura all’importatore nazionale suo committente. Pertanto la fattura dello spedizioniere conterrà:
  • il compenso dei suoi servizi (oltre alla relativa IVA), 
  • l’IVA sui beni importati, i dazi e i diritti doganali anticipati per conto del cliente importatore.


Mentre l’IVA, ricorrendone le condizioni, può essere detratta dall’importatore nazionale rappresentando generalmente una “partita di giro”, i dazi restano un costo definitivo a suo carico che va contabilizzato ad incremento del costo del bene importato (come suo onere accessorio), anche si fini della loro concorrenza a formare il reddito imponibile. 

In caso di revisione della bolletta d'importazione in un esercizio successivo, con il ricalcolo di maggiori diritti pretesi dagli uffici doganali, l'importatore nazionale potrà comunque:
  • detrarre l'IVA dovuta risultante dall'avviso di rettifica, entro i termini ordinariamente previsti, a decorrere dal periodo di imposta in cui è avvenuta l'importazione della merce il cui valore imponibile è oggetto di revisione da parte della dogana
  • dedurre dal reddito imponibile i maggiori dazi, che, non contabilizzati a suo tempo come onere accessorio di diretta imputazione, rientreranno tra gli oneri diversi di gestione.
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